Tantrum (Capricci) di Jules Feiffer
Tantrum:
Il newyorkese Jules Feiffer, nato nel 1929, è una figura poliedrica nell’ambito della cultura americana. Dopo il suo apprendistato giovanile nell’alveo di Will Eisner, per il quale collaborò alla serie a fumetti The Spirit, a partire dagli anni Sessanta divenne uno dei più conosciuti e apprezzati vignettisti politici , per poi spaziare la sua attività nella scrittura per il teatro (Piccoli omicidi), per il cinema (Conoscenza carnale, Popeye) e nella narrativa infantile, con saltuari escursioni nelle graphic novel.
Tantrum (ed. italiana: Milano Libri, 1981) è appunto una delle sue graphic novel, uscita per la prima volta in patria nel 1979.
Leo Quog è un affermato professionista, sposato con Carol e padre di due figli adolescenti. Leo è però infelice, vittima di una inspiegabile depressione che lo spinge a sedersi sul cornicione di casa sua e a isolarsi dalla sua famiglia.
Preso da una specie di attacco di ostinazione, realizza il suo sogno segreto: regredisce, a livello fisico, all’età di due anni, ma mantenendo la lucidità di un quarantenne. Il suo scopo è vivere la spensieratezza dell’infanzia, ricevendo le attenzioni necessarie a un bambino senza le responsabilità della vita adulta.
Leo inizia così un pellegrinaggio fra le figure della sua infanzia prima, e poi presso le donne che popolavano i suoi sogni d’adulto, ricevendo sempre delusioni, alternando disinteresse ad attenzioni diverse da quelle gradite. E scoprirà anche che molti altri adulti hanno seguito il suo stesso processo di regressione e si sono costituiti in un movimento nel quale pretendono di cooptarlo…
Il volume di Tantrum ha un inconsueto formato orizzontale, in cui quasi ogni pagina è costituita da una sola, grande vignetta.
Forse questo è un retaggio dell’attività di Feiffer come vignettista, ma allo stesso tempo l’autore ne fa una cifra stilistica personalissima, in cui matite e china, sempre in bianco e nero, si uniscono fra sfondi realizzati con ghirigori di sapori infantili e primi piani ricchi di particolari ambientali e con personaggi dalle forti caratterizzazioni fisiche ed espressive.
In realtà entrambi gli stili sono sapientemente curati.
Si vede anche la lezione dell’espressionismo, quando i corpi dei personaggi sono attentamente calibrati fra di loro e con il loro ambiente (vedi l’espediente ricorrente di ritrarre il corpicino di Leo in primo piano, facendolo apparire così gigantesco nell’ambito della vignetta).
Nei testi Feiffer rivela il gusto salace e l’ironia perfida tipici sia delle sue vignette satiriche che dei suoi testi scritti, satireggiando in maniera impietosa su vezzi e modi tipici della società americana dell’epoca, ma che spesso rivelano un’inquietante attualità ancor oggi.
Rimane così nella memoria, allo stesso tempo straziante ed esilarante, l’incontro fra Leo e sua cognata, che giustifica in maniera misticheggiante la sua anoressia.
Ma soprattutto il lettore non può non appassionarsi alla surreale odissea di Leo, al suo viaggio di insolita “formazione alla rovescia”, raccontata con un’irresistibile ironia che non viene mai meno neanche di fronte a eventi in sé drammatici o amari, fino a un finale poetico e imprevisto.
Mario Luca Moretti
Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano