Snowpiercer, il film
Titolo italiano | Snowpiercer | Interpreti | Chris Evans | |
Americano | Snowpiercer | |||
coreano | Seolgungnyeolcha | Kang-ho Song | ||
francese | Snowpiercer -le transperceneige | |||
Produzione | Sud Corea Usa Francia Rep. Céca | John Hurt | ||
Anno | 2013/Colore | |||
Durata | 125′ | Tilda Swinton | ||
Regia | Bong Joon Ho | |||
Musiche | Marco Beltrami | Ed Harris | ||
Graphic novel | “Le transperceneige” | |||
testo di Jacques Lob, | Altri | Jamie Bell, Ko Asung | ||
disegni di Jean-Marc Rochette |
Se in Italia ci si lamenta della scarsa “mobilità sociale”, che dire allora del treno protagonista del film Snowpiercer?
Nel 2014 viene sparsa nell’atmosfera una sostanza che ha lo scopo di neutralizzare il riscaldamento globale: l’esperimento ha fin troppo successo e l’intero pianeta cade in una glaciazione perenne che stermina il genere umano. I superstiti fanno in tempo a radunarsi in un treno lunghissimo che compie un incessante viaggio intorno al mondo, al riparo dai ghiacci letali.
Ad allestire questo treno è il magnate Wilford (Ed Harris).
Nel 2031 gli abitanti di questo treno vivono in una società che dire classista è dire poco. Nei vagoni di coda vivono i poveri, ammassati in condizioni penose, sorvegliati da guardie armate, nutriti solo con blocchetti gelatinosi “proteici”. Di quando in quando bambini sotto i 5 anni vengono prelevati dalle guardie per un destino ignoto. Emissaria di Wilford è Mason (Tilda Swinton), una donna che istruisce i passeggeri di coda su come devono comportarsi e commina atroci punizioni a chi s’oppone. I ricchi vivono invece in giardini di delizie ricchi di ogni comodità. Solo devono adattarsi a celebrare Wilford in maniera quasi religiosa.
Curtis (Chris Evans) è uno dei “passeggeri” di coda e decide di ribellarsi, guidando una rivolta per arrivare ai vagoni di testa, aiutato da alcuni amici, fra cui l’anziano – e plurimutilato – Gilliam (John Hurt) e la madre di uno dei bambini prelevati. A muovere Curtis c’è anche il ricordo di una precedente rivolta finita male, e una serie di bigliettini rinvenuti nei blocchi “proteici” che gli danno suggerimenti sulla strategia da adottare nella sua avanzata. Scoperto che i fucili delle guardie sono senza proiettili, Curtis e i rivoltosi catturano Mason, liberano un ingegnere coreano che conosce i segreti tecnici del treno, la figlia di questi, chiaroveggente (entrambi tossicodipendenti) e avanzano lungo il treno fra pericoli, battaglie, rivelazioni.
Lo sfondo del mezzo di locomozione autosufficiente che attraversa una natura invivibile, allo stesso tempo sfruttando, proteggendo e imprigionando i suoi passeggeri umani ricorda i racconti del ciclo Mondo9 di Dario Tonani, ma in realtà Snowpiercer è tratto da un fumetto francese del 1982, Le Transperceneige. Il regista, il sudcoreano Bong Joon Ho, ne prende comunque solo alcuni spunti, riscrivendolo liberamente.
La prima parte descrive con macabro estro l’ambiente squallido e miserabile del treno di coda, e allo stesso tempo un sistema fatto di soprusi militarizzati, divisioni di classi, punizioni efferate e fantasiose, dove il cibo stesso è mezzo di gerarchia e sopraffazione: tutti elementi che fanno della prima mezz’ora del film una specie di adattamento pop di Salò di Pier Paolo Pasolini. A rievocare il film di Pasolini c’è anche la strepitosa e istrionica interpretazione di Tilda Swinton, che tratteggia la viscida e odiosa Mason quasi come la parodia di una delle Narratrici di Salò, aggiungendovi un look e uno pseudomoralismo da istitutrice collegiale.
La seconda parte è concentrata sull’azione, ma per fortuna Joon Ho la arricchisce, oltre che di valide interpretazioni, di approfondimenti psicologici, colpi di scena dosati con sapienza, scenografie fantasiose di sapore steampunk, tocchi ironici e grotteschi, senza cedimenti di ritmo e con una robusta vena spettacolare. Una delle particolarità del film è aver costellato la prima parte di apparenti incongruenze narrative che la seconda si sforza di spiegare con dei colpi di scena: un giochetto che a volte funziona, a volte meno, ma che riesce comunque a tener desta l’attenzione dello spettatore.
Fra le scene memorabili: la punizione del braccio congelato; la battaglia al buio, girata con la soggettiva di una videocamera agli infrarossi; la grottesca lezione di storia ai bambini dei vagoni di testa; tutto l’incontro finale fra Curtis e Wilford (con Ed Harris che mima le mosse dei congegni del treno).
Mario Luca Moretti
Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano