Perché Fantascienza?
L’immagine di copertina è una gentile concessione di Luca Oleastri – www.rotwangstudio.com
Una delle domande più comuni che ricevo dai lettori via e-mail o in occasione di conferenze letterarie è: “Perché scrivi fantascienza?” o “Come nascono queste storie?”. Per me la risposta è facile. Scrivo il tipo di storie che mi piace leggere. Sono sempre stato un appassionato lettore. Sono nato nel 1959 e durante gli anni ’60 e ’70 i miei genitori leggevano qualsiasi cosa e la nostra casa aveva il più grande assortimento di libri di tutti coloro che conoscevo.
Da bambino ricevevo giocattoli solo per il mio compleanno e a Natale, ma potevo avere libri quando volevo.
Mia madre ci portava in biblioteca ogni settimana; lì ho scoperto Isaac Asimov, Robert Heinlein, Philip Dick, Arthur Clark, J.R.R. Tolkien, Ray Bradbury, H.G. Wells, Mary Shelly, Bram Stoker, Larry Niven e tanti altri. A scuola ci facevano studiare Giulio Verne e George Orwell.
Fu anche un periodo emozionante per la scienza. L’uomo era sulla Luna, i computer stavano diventando un luogo comune e il ritmo a cui il mondo e la mia immaginazione stavano cambiando era stupefacente. Alla fine degli anni ’70, mentre i miei amici compravano Penthouse e National Lampoon, io ero già assuefatto alla rivista OMNI.
Sono fermamente convito che se si vuole essere degli scrittori si debba seguire questo consiglio di Stephen King:
Se vuoi essere uno scrittore, devi fare due cose prima di tutte le altre: leggere molto e scrivere molto… leggere è il centro creativo della vita di uno scrittore… non puoi sperare di travolgere qualcuno con la forza della tua scrittura fino a quando tu stesso non ne sei stato travolto.
Stavo lavorando da decenni sul lato “lettura” di quell’equazione quando ho iniziato a scrivere seriamente a 54 anni. Leggo un centinaio di libri all’anno e la maggior parte di essi sono di fantascienza. In vita mia non sarò mai in grado di leggere tutti i libri che voglio leggere.
“Ma perché la fantascienza in particolare?” chiedono i lettori.
Ci sono diverse ragioni. La buona fantascienza ha un eccellente sviluppo dei personaggi, grandi trame e ambientazioni eccitanti, proprio come qualsiasi altro genere, ma permette anche di costruire un mondo incredibilmente creativo.
Una semplice storia d’amore può essere resa molto più interessante aggiungendo questa dimensione aggiuntiva. La storia d’amore potrebbe essere ambientata in un futuro lontano, o coinvolgere viaggi nel tempo, o dopo un’apocalisse distopica. L’aggiunta dell’aspetto fantascientifico permette allo scrittore e al lettore di allargare ulteriormente la propria immaginazione. Una classica storia tipo “ragazzo incontra la ragazza – ragazzo perde la ragazza – ragazzo riconquista la ragazza” può diventare: “un uomo del futuro deve decidere tra l’amore e il tempo stesso”!
C’è un altro aspetto della fantascienza che spesso viene dimenticato. È facile fare una sottile critica sociale usando la fantascienza. Però se un autore non è prudente, la critica sociale potrebbe essere eccessiva ed affondare la storia. La mia regola è sicuramente quella di trattare temi sociali, ma raffinatamente, senza mai esagerare.
Ho ancora il vivido ricordo di aver visto da bambino una puntata di Star Trek classico dal titolo “Sia questa l’ultima battaglia” con Frank Gorshin e Lou Antonio nell’inverno del 1969.
Nell’episodio, l’Enterprise raccoglie gli ultimi due sopravvissuti di un pianeta in rovina, i quali cercano ancora di uccidersi a bordo della nave. Sono uomini metà bianchi e metà neri, speculari l’uno all’altro.
Io avevo nove anni e quella storia fantascientifica, anche se piena di navi spaziali, alieni e azione, mi insegnò l’inutilità del bigottismo. Ricordo che quando l’episodio terminò mio padre disse semplicemente: “Wow!“.
Martin Luther King Jr. era stato ucciso meno di un anno prima.
Solo quando vidi quell’episodio, che apparteneva ad una serie televisiva di fantascienza, pur essendo bambino compresi l’odio irrazionale del suo assassinio.
Nei successivi 50 anni e migliaia di libri più tardi, la fantascienza è divenuta più rilevante che mai nei libri, nei film e in televisione.
Guardando il mio smartphone e ponendo una domanda a Siri, mi colpisce il fatto di vivere nel futuro! Il mio telefono mi capisce proprio come il computer di Star Trek e le informazioni a cui mi può dare accesso sono immense proprio come quelle della serie televisiva.
Perché la fantascienza?
Perché amo la fantascienza.
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Traduzione di Luca Oleastri.
Martin Wilsey
vive negli Stati Uniti, in Virginia, ed è uno scrittore. È sua la saga, "Solstice 31". Il primo romanzo "Still Falling" è uscito a marzo 2015. In meno di tre anni ha pubblicato più di mezzo milione di parole per poi ritirarsi in pensione otto anni prima del previsto. Oggi scrive fantascienza a tempo pieno.