11 – Marte e marziani
Ma i marziani, si sa, sono dei testoni (e non è un modo di dire).
Ci riprovano nello stesso anno de La Guerra dei Mondi (il 1953) con “Gli Invasori Spaziali” (Invaders from Mars) di William Cameron Manzies.
I biechi invasori scendono con un classico disco volante e si immergono in un terreno sabbioso; quindi, scavano dei tunnel nel terreno e dalla sabbia risucchiano gli esseri umani ai quali inseriscono un’apparecchiatura per controllarne pensieri e movimenti. Nulla da fare, questa volta basterà un bambino a distruggerli.
Per inciso andrà loro male anche nel remake del 1986 ad opera di Tobe Hooper ed intitolato “Invaders” (Invaders from Mars), ma la versione integrale del film apparsa in DVD anche da noi ci lascia dei dubbi…
Altro tentativo viene compiuto con il film “Devil Girl from Mars” di David MacDonald, prodotto sempre nel 1953, nel quale un’astronave atterra vicino a un’isolata locanda di campagna e da essa scendono un robot e una bella aliena: una sorta di Messalina. Si trattava di Patricia Laffan che non ha proprio interpretato Messalina, ma casualmente era stata Poppea, la moglie di Nerone, in “QuoVadis” di Mervyn LeRoy del 1951. Sempre di mogli fedifraghe si tratta.
Il robot e bella marziana si dirigono verso Londra, ma la nebbia (la sana, vecchia nebbia londinese seconda solo a quella emiliana e milanese) li costringe ad atterrare nella brughiera scozzese.
Qui tengono in ostaggio gli abitanti della casa, perché la donna, proveniente dal pianeta Marte in missione d’avanscoperta, deve portarsi via un uomo vista la scarsità del prodotto sul suo mondo e capire se il soggetto terrestre è compatibile.
Un evaso si presta come volontario e fa saltare il disco volante con lui ed i due alieni a bordo. Per la precisione il robot che risponde al nome di Chani è stato costruito da Jack Whitehead (1913-1989) ed era stato completamente automatizzato, anche se ha subito parecchi guasti durante le riprese.
Il film più completo e anche tecnicamente più esatto, almeno per l’epoca è, ancora una volta, prodotto da George Pal e s’intitola “La Conquista dello Spazio” (Conquest of Space) del 1955, di Byron Haskin.
La produzione s’interpose tagliando il progetto di Byron Haskin, che prevedeva anche un volo verso Saturno e Giove, ma realizzando un Marte da lui non approvato, ma che si rivelò invece molto vicino alla realtà.
Purtroppo, la pellicola non ebbe il successo che avrebbe meritato. Questo anche perché il pubblico voleva vedere i marziani dei quali non vi è traccia…
Il film è la storia quasi documentaristica di un viaggio verso il pianeta rosso secondo le conoscenze di allora e seguendo i progetti dello scienziato tedesco Whernher von Braun (1912-1977).
Fu lui a permettere agli americani di andare nello spazio con sonde spaziali e anche di atterrare sulla Luna, ma questo, oggi, nessuno sembra più ricordarlo.
Il volo su un Marte, molto simile a come avrebbe potuto essere nella realtà secondo le conoscenze di quei tempi, si conclude con la speranza di poter un giorno far risorgere il rosso pianeta a nuova vita.
L’anno seguente i terrestri giungono su Marte ancora una volta grazie al film di E.L.Cahn “Il Mostro dell’astronave” (It! The Terror from Beyond Space).
Ancora una volta il nostro astronomico vicino di casa (Venere permettendo) ha visto la propria civiltà distruggersi in un conflitto nucleare, quando uno dei degenerati superstiti sale non visto, sulla navicella terrestre e comincia a uccidere i membri dell’equipaggio che stanno per tornare sulla Terra.
Solo togliendo l’aria dall’astronave sarà possibile ucciderlo.
La stessa fine sarà programmata nel film “Alien” di Ridley Scott grazie all’iniziativa della protagonista che, evidentemente, aveva visto il film di Haskin.
Ispirandosi a Ultimatum alla Terra di Robert Wise il regista Ib Melchior gira, nel 1959, “Marte distruggerà la Terra” (The Angry Red Planet).
Ancora una volta siamo noi che facciamo visita al rosso pianeta, ma i suoi abitanti super intelligenti non vogliano aver nulla a che fare con un popolo violento e arretrato come il nostro. Per cui rispediscono a casa l’astronave con un messaggio chiaro e definitivo: cavoli vostri se tornate qui…
Poiché è dimostrato che il nome di Marte, al pari di quello di un attore famoso, attira pubblico al botteghino, ecco che il pianeta viene abbinato a Jerry Lewis nel film “Un Marziano sulla Terra” (Visit to a Small Planet – 1960) di Norman Taurog.
In realtà non si sa per nulla da dove proviene questo strano e sciocco alieno che giunge sulla Terra allo scopo di studiare i terrestri, ma il successo commerciale è assicurato.
Un raro esempio di cinematografia russa ci viene dato dal cortometraggio “Stazione Spaziale K-9” (Nebo Zovet). La regia è di Mikhail Karzhukov e Aleksandr Kozyr (1959).
Una spedizione russa parte per il pianeta Marte ma i cattivi americani cercano di sabotare il viaggio.
Poiché l’equipaggio statunitense si trova in pericolo a un certo punto del volo, i generosi sovietici si precipitano a salvarli. Questo però costa loro del carburante.
Devono quindi accontentarsi di atterrare su Deimos, uno dei satelliti di Marte, e vedere il rosso pianeta sorgere davanti a loro.
Torneranno sulla Terra portandosi dietro gli americani che hanno salvato da morte certa.
Nella edizione italiana in DVD, sottotitolata, di questo film è successo un piccolo pasticcio: non è il film, di 45’ (originariamente 77’) che abbiamo visto al cinema all’epoca, girato in realtà nel 1959 e abbinato al documentario “Gagarin URSS” (1961).
Roger Corman, il distributore per gli USA lo cambiò in Battle Beyond the Sun cambiando i dialoghi e aggiungendovi due ridicoli mostri, ma da noi questo “mixage” è uscito con il titolo italiano del film del 1959.
In Italia hanno cercato di tenere segreto il fatto che, almeno una volta, i marziani hanno vinto. È accaduto nel 1962 come dimostra l’inedito intitolato “The Day Mars invaded Earth” di Maury Dexter, ma noi abbiamo scoperto il dramma e ve ne parliamo.
Il Professor Fielding (Kent Taylor – 1907-1987) è uno scienziato che ha mandato una sonda su Marte. È sposato e padre di due bambini…
Ora accade che durante una vacanza con la famiglia scopra che i marziani sono atterrati sulla Terra come forme di energia e hanno replicato il suo stesso corpo e quello dei suoi familiari.
Questo è l’inizio di una subdola invasione attraverso la quale i marziani vogliono prendere possesso del nostro pianeta, perché preoccupati delle mire di conquista dei terrestri. Per evitare di essere invasi, preferiscono invadere, dominare e distruggere in una nuvola di cenere quelli che una volta erano gli abitanti della Terra.
“Meshte Nastreshu” è un inedito ma suggestivo film sovietico, edito nel 1963 per la regia di Mikhail Karyukov e Otar Koberidze.
Sulle riceventi del lontano pianeta Centurius viene captata una trasmissione proveniente dallo spazio. È una canzone che dimostra come, da qualche parte nell’universo, esista una forma di vita intelligente.
I centuriani allestiscono un’astronave e si dirigono verso la Terra ma, giunti nell’orbita di Marte, vengono attratti dalla forza di gravità e restano bloccati sulla Luna di Marte: Phobos.
I terrestri ricevono la loro chiamata di emergenza e inviano la nave spaziale Okean a raccogliere l’unico superstite.
La missione di soccorso si rivela molto più difficile a causa di problemi tecnici e le tempeste di sabbia marziana. Per la vita del messaggero galattico un cosmonauta dovrà sacrificarsi…
Altri testi riportano questi titoli: Mecshte Nastreshu, Metschte Nawstretschu e Mechte Navstrechu. I tre pianeti sono rappresentati e caratterizzati in tre modi diversi. Su Centurius il rosso e il verde sono i colori architettonici dominanti con curve aggraziate, la Terra è rappresentata con architetture monumentali e Marte come un deserto sabbioso
Uno dei film migliori ambientati su un suggestivo anche se inverosimile pianeta Marte è il film di Byron Haskin “S.O.S. Naufragio nello Spazio” (Robinson Crusoe on Mars – 1964).
Un astronauta americano è l’unico superstite di una navicella che orbitava attorno al pianeta.
Atterrato sul suolo marziano egli è costretto a lottare per la sopravvivenza. Qui incontra un umanoide alieno portato su Marte da un gruppo di astronavi appartenenti a un mondo lontano che usa lui e gli altri suoi simili come schiavi per scavare le rocce di Marte.
I due, il terrestre e l’extraterrestre, si alleano e decidono di fuggire verso il polo marziano cercando di nascondersi alle navi aliene fino a che una spedizione terrestre non giungerà a salvare lui ed il suo nuovo amico.
L’ambientazione marziana, ottenuta nella Valle della Morte, è comunque suggestiva.
Il film parla di fratellanza cosmica ed è liberamente ispirato al romanzo di Daniel Defoe “Robinson Crusoe“.
Rispetto alla versione originale il film è stato tagliato. A parte alcune immagini rapide del protagonista che trova un rifugio per la prima notte marziana.
Nella lotta per la sopravvivenza, e grazie all’aiuto involontario della scimmietta Marzia, egli trova una grotta che contiene dell’acqua e del cibo: strani frutti che crescono sotto il pelo dell’acqua.
Li prende e se ne ciba anche cuocendoli senza sapere che hanno un effetto allucinogeno per cui gli sembra che all’ingresso della grotta nella quale si è rifugiato, compaia il suo compagno, morto nell’atterraggio. Cerca di parlargli ma questi non gli risponde…
Il DVD nostrano ha rimesso sottotitolate le scene eliminate nella versione cinematografica italiana.
Dello stesso anno, e cioè il 1964, è l’italianissimo “I Marziani hanno Dodici Mani” di Castellano e Pipolo.
Avventure pseudo-comiche, interpretate da Paolo Panelli, su alcuni marziani in visita sulla Terra.
Un inedito dello stesso anno è “Wizard of Mars” di David L. Hewitt, dove abbiamo un’astronave che precipita su Marte durante un volo di ricognizione.
I quattro superstiti, Doc, Charly, Steve e Dorothy, hanno viveri per soli quattro giorni e devono cercare di sopravvivere in un mondo inospitale, le cui uniche forme di vita sembrano essere dei giganteschi vermi vaganti nei canali.
Spinti da una terribile tempesta, i quattro si rifugiano in una caverna dove trovano una strada dalla luminosità dorata, che li conduce a una antichissima città marziana i cui abitanti sono governati da Wizard, entità collettiva che impedisce loro di ripartire…
Passiamo ora al 1965, ma restiamo in Italia, con il film di Antonio Margheriti (conosciuto anche come Anthony Dawson o Anthony Dasies o, ancora, come Anthony M. Dawson) “I Diafanoidi vengono da Marte”.
Nuvole assassine attaccano una stazione spaziale. I terrestri dovranno andare su Marte per sventare la minaccia.
Non è molto onorevole per noi sapere che proveniamo da umanoidi che i marziani usavano come schiavi. Questo è quanto succede nel film del 1967 per la regia di Roy Ward Backer “L’Astronave egli Esseri Perduti” (Quatermass and the Pit), altro episodio del famoso professor Quatermass.
La mente marziana cerca ancora di dominare la Terra ma, ancora una volta e grazie al sacrificio di uno scienziato, il nostro pianeta è salvo.
L’anno successivo riceviamo ancora una volta la visita minacciosa di un alieno dal pianeta rosso nel film “L’Invasione: Marte attacca Terra” (Destination Inner Space) di Francis Lyon.
Tutto questo accade solo nel titolo italiano però.
In realtà non sappiamo da dove provenga di preciso questa ridicola e brutta copia de “Il Mostro della Laguna Nera” che attacca una base sottomarina dopo essere nato da una capsula trovata a bordo di un disco volante.
L’interesse verso il pianeta Marte sta cominciando a raffreddarsi.
A parte la crisi del genere fantascientifico che tornerà in auge solo grazie all’avvento di “Guerre Stellari” e solo quando anche i sempre lodati critici saranno costretti ad ammettere che pure “2001: Odissea nello Spazio” è un film di fantascienza, esiste il desiderio da parte del pubblico e anche degli sceneggiatori di spaziare oltre i confini marziani.
Inoltre, ben altri problemi affliggono la tempestosa umanità inquieta: l’inquinamento e il disastro ecologico verso il quale stiamo correndo per cui problemi come i voli spaziali si spengono subito dopo il primo volo sulla Luna e solo il pericolo corso dagli astronauti di “Apollo 13” risveglia, per un breve momento, l’interesse dei mass media. Ma è un fuoco destinato a sopirsi di nuovo sotto le ceneri…
Qualche sporadico esempio però giunge ancora fino a noi.
Dimentichiamoci immediatamente del film “Uomini di Marte” (Mars Men) di Seika Den, altro precursore dei Manga: una battaglia tra mostri per il possesso di una statua dei magici poteri, potevamo fare a meno di attendere il 1976 per arrivare a questo…
Poi il film di Lucas invade gli schermi e decreta la fine di Marte come pianeta citabile, troppo vicino, troppo limitativo per chi deve “Arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima” o sapere che “Tanto tempo fa in una Galassia lontana lontana…” o, peggio ancora, venire a conoscenza che, nello spazio, “nessuno può sentirti urlare…”
Marte c’è e non c’è in questo film che probabilmente ha fatto la gioia di tutti gli stupidi “complottisti lunari”. Si tratta di “Capricorn One” (Capricorn One) di Peter Hyams (1977).
Il film narra di un viaggio di tre astronauti verso il Pianeta Marte. Purtroppo, il capo progetto sa che un difetto all’alimentatore, dovuto al “risparmio” per mancanza di fondi da parte dell’azienda che lo produce, provocherebbe la morte degli astronauti in poche settimane. Questo lo sanno anche alcuni colleghi dell’ente spaziale.
Per non porre fine al suo “sogno”, il capo progetto architetta una messinscena che gli permetta di mantenere il programma e non rafforzi le opinioni di chi ritiene che tutto quel dispendio di risorse debba essere meglio impiegato a risolvere i problemi sulla Terra.
Pochi minuti prima del lancio i tre astronauti vengono fatti uscire dalla capsula e il razzo parte senza equipaggio. I tre sono trasportati in aereo in un luogo segreto dove vengono messi al corrente del piano e delle sue motivazioni.
Gli astronauti inizialmente rifiutano di prendere parte alla macchinazione, ma sono costretti all’obbedienza con la minaccia di ritorsioni su mogli e famiglie.
Intanto, un giornalista comincia sospettare, anche perché viene fatto sparire un tecnico che si è accorto della manipolazione.
Gli astronauti, dopo il finto sbarco sul pianeta rosso, sono apparentemente sulla via del ritorno ma, al rientro nell’atmosfera terrestre, lo scudo termico si stacca causando la morte degli occupanti della capsula e solo in quel momento i tre si rendono conto che la loro fine era stata programmata fin dall’inizio, allo scopo di eliminare il pericolo di imbarazzanti rivelazioni successive.
La situazione disperata li spinge a tentare la fuga. Rubano un piccolo jet che tuttavia, a causa della scarsa quantità di carburante, li costringe a eseguire un atterraggio di fortuna nel deserto e a proseguire a piedi in direzioni separate nel tentativo di trovare un centro abitato dove essere visti, smontando così la cospirazione e salvando le loro vite.
Il giornalista, nel frattempo è arrestato con una finta accusa di possesso di cocaina e rilasciato dopo il pagamento della cauzione da parte di una sua collega.
Costui scopre una base abbandonata dove si trovava l’ambientazione di Marte e una medaglietta appartenente a uno degli astronauti.
Nel frattempo, due degli astronauti vengono catturati e uccisi. Convinto di trovarsi finalmente sulla pista giusta il giornalista noleggia un aereo adibito alla disinfestazione dei campi e comincia a sorvolare la zona alla ricerca di quell’astronauta, salvandolo proprio mentre stava per essere a sua volta catturato.
Mentre l’organizzatore del complotto, insieme alle mogli degli astronauti, sta assistendo a una cerimonia commemorativa in cui l’oratore è il Presidente degli Stati Uniti, il giornalista e l’astronauta giungono inaspettatamente sul posto ponendo quindi fine, alla cospirazione.
Vanni Mongini
Tra i maggiori specialisti mondiali di cinema SF (Science Fiction) è nato a Quartesana (Fe) il 14 luglio 1944 e fino da ragazzino si è appassionato all'argomento non perdendosi una pellicola al cinema. Innumerevoli le sue pubblicazioni. La più recente è il saggio in tre volumi “Dietro le quinte del cinema di Fantascienza, per le Edizioni Della Vigna scritta con Mario Luca Moretti.”