
LA FISICA CORTESE – CENTO PAROLE

Ci sono epoche in un cui un ripassino del Mito della caverna di Platone è più necessario che in altre, sia che le cose accadano sulla Terra oppure su un lontano pianeta, come è nel caso della storia di oggi…
t.c.b.
La fisica cortese, di Gio Bhumi
Lei non percepiva l’infrarosso e vedeva l’universo nei toni del blu e del viola.
Lui invece distingueva solo i rossi accesi e gli arancio splendenti.
Quando atterrarono sul pianeta videro paesaggi completamente diversi.
Il cielo per lei era di un azzurro intenso, per lui di un rosa lattiginoso.
Le piante emanavano una luce verde fosforescente, ma nessuno dei due la vide.
Le rocce brillavano di mille sfumature che però non raggiunsero i loro ricettori visivi.
Solo quando pesanti nubi grigie oscurarono il sole, si presero per mano ed esclamarono: “Che posto strano!”.
E timidamente distolsero lo sguardo.
Il racconto “La fisica cortese” è World © di Gio Bhumi. All rights reserved.
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L’immagine è di ALEXNEWWORLD

Tea C. Blanc
È comasca. Vive un po' a Como, un po' in Svizzera. Collabora ad alcune riviste, sia cartacee che digitali. Ha pubblicato un racconto di genere fantastico con Edizioni Dell’Angelo; il romanzo dagli spunti fantascientifici “Mondotempo” (Watson Edizioni, collana Andromeda). Ha partecipato a varie antologie di autori vari con racconti o saggi. Finalista a vari premi, tra cui Premio Urania nel 2024.