La Ballata dell’Amore Cieco
La Ballata dell’Amore Cieco à di Fabrizio De André.
Si accodò disciplinatamente alla fila di auto ferme sulla statale. Fischiettava una vecchia canzone di De André che gli era entrata in testa quella mattina mentre si radeva.
Un uomo onesto, un uomo probo
tralalalalla tralallalero
s’innamorò perdutamente
d’una che non lo amava niente.
La fila avanzava piano. Laggiù si intravedeva un posto di blocco, con luci blu rotanti. Sceso per sgranchirsi le gambe, colse un brandello di dialogo fra due compagni di coda.
“Ma cosa diavolo è successo?” “C’è stato un delitto qui vicino. Sembra che abbiano trovato una donna di mezza età massacrata in modo orribile.”
Gli disse portami domani
tralalalalla tralallalero
gli disse portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani.
Cominciarono a sudargli le mani. Quando arrivò il suo turno cercò di nascondere il proprio nervosismo. “Apra il bagagliaio, per favore” gli disse un poliziotto.
Si strinse nelle spalle. “Mi dispiace. Non si apre. Si è bloccato il meccanismo di chiusura, devo portarla a riparare.” Le strofe, implacabili, continuavano a martellargli in testa.
Lui dalla madre andò e l’uccise
tralalalalla tralallalero
dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.
“Adesso vediamo.” Senza scomporsi l’agente prese dalla sua auto un oggetto che assomigliava a un sottile piè di porco, e armeggiò con il bagagliaio fino a che non si aprì.
“Ma… cos’è?” esclamò il poliziotto. “Antonio, vieni a vedere! Sembra un contenitore refrigerato…” proseguì estraendo dal baule una strana scatola grigia.
“NON LO APRA!” gridò l’uomo. Ma non ce ne fu bisogno. Da un oblò sul lato i due poliziotti poterono intravedere il contenuto della scatola. Uno di loro urlò.
Mentre i due agenti scattavano verso di lui, l’uomo si rinchiuse nell’abitacolo e fece scattare le sicure. Poi, rapidissimo, con una lama affilata si tagliò dei polsi le quattro vene.
Ma riuscirono a salvarlo.
Pierfrancesco Prosperi
Nato ad Arezzo nel 1945 è uno scrittore molto prolifico, che si è sempre diviso fra narrativa e fumetti. Esordisce su "Oltre il cielo" nel 1960, specializzandosi prevalentemente in sf e soprattutto nel genere ucronico. Trattò l'argomento dell'omicidio Kennedy in chiave ucronica e fantascientifica, nel romanzo "Seppelliamo re John" (1973), con racconti e con il saggio "La serie maledetta" (1980), dedicato a tutti i 4 presidenti americani assassinati.