KING KONG DI MAX STEINER – FANTASTIC MUSIC 1
Io e King Kong
Premetto che sicuramente non sono un critico musicale né tanto meno conosco trucchi e segreti della composizione, tuttavia, nell’aprire questo spazio dedicato proprio alla musica nell’ambito del cinema fantastico e di fantascienza attraverso la proposta di brani musicali significativi, mi è sembrato giusto introdurlo con un mio personale ricordo.
Ai tempi del liceo, con Andrea Ferrari, avevamo condotto innumerevoli proiezioni (oggi si chiamerebbero cineforum con introduzione critica) in giro per Milano. In una di queste, alla Biblioteca Comunale Guastalla, dietro la Sormani, di cui ero consigliere culturale, Andrea aveva proiettato il suo Lost World (Harry Hoyt, 1925) in superotto. Fu in seguito che vidi con altri amici di scuola per la prima volta, al cinema Gnomo, vicino all’Università Cattolica e a due passi dalla Basilica di Sant’Ambrogio, il classico di Merian C. Cooper e Ernest Beaumont Schoedsack, King Kong (1933), sul grande schermo.
Fu un fulmine a ciel sereno.
Non solo per la potenza espressiva del film, dei suoi personaggi e per quella che successivamente avrei definito la cifra registica dell’opera, ma anche e soprattutto per la forza e la potenza musicale della composizione di Max Steiner. Questo nonostante a quel tempo prestassi poca attenzione a dettagli che nel corso degli anni mi avrebbero portato a diventare a mia volta un critico cinematografico ma, soprattutto, un istintivo profondo cultore e appassionato della Settima Arte.
Oggi non so dirvi perché ma, alla fine del film, quando Kong muore mi sono venute (per la prima volta dinanzi a una pellicola) le lacrime agli occhi. In qualche modo collegavo la titanica e melanconica tragedia di una creatura sradicata dal suo mondo con l’immagine di mio padre che vedevo cristallizzato in un’epoca passata e con cui proprio non ci capivamo.
Successivamente ho colto appieno la forza del mito della creatura creata da un autore che all’epoca amavo molto per il suo coté giallo-rosa-avventuroso, Edgar Wallace. Ho anche recuperato la visione degli oltre 18 minuti di scene tagliate del film, perché all’epoca considerate troppo violente!
King Kong è tornato poi nella mia vita più volte, con il modellino, il remake, l’articolo per la rubrica fantafilmmusic su un mensile diretto da Massimo Moscati, la contaminazione giapponese e via dicendo.
Ma, soprattutto, quando al primo cambio di gestione dello storico Festival Internacional de Cine Fantastico y de Terror di Sitges (oggi Festival Internacional de Cinema de Catalunya), venne scelta per la sigla ufficiale tutt’ora in uso un’animazione che potete ammirare in questo video:
Il gorillone si avvicina al promontorio, con tipica chiesa che domina quella ridente cittadina catalana, attaccato dai soliti biplani del classico del 1933 con il sonoro originale.
La scelta fatta per necessità, poi, di un solo brano con il Main Theme dei titoli di testa è secondo me la più completa per riscoprire questa colonna sonora. Spero sarà gradita anche a voi…
“Max Steiner merita un posto speciale per la sua colonna sonora che di fatto aiuta King Kong a essere un grande film!”
[Hollywood Herald, 1933]
Max Steiner, nome completo Maximilian Raoul Walter Steiner (Vienna, 10 maggio 1888 – Hollywood, 28 dicembre 1971), vinse il Premio Oscar per la miglior colonna sonora nel 1936, nel 1943 e nel 1945. È considerato il padre della musica da film.
Ecco alcuni utili link di approfondimento:
Biografia e storia di Max Steiner
Musica da film di Max Steiner soprattutto di King Kong
Max Steiner su Enciclopedia del Cinema.
Qui il link ad un interessantissimo articolo di comparazione tra il classico del 1933 e il penultimo remake del 2005:
Qui di seguito alcuni articoli (in originale in lingua inglese) dedicati alla colonna sonora originale e rimasterizzata che Max Steiner realizzò per King Kong:
Recensione ricordo per i 75 anni del film (estratto) – Steve Vertlieb, Aprile 2008
Il taglio iniziale di KING KONG è stato completato, secondo l’autobiografia inedita e mai terminata di Merian C. Cooper, con un costo di produzione finale pari a $ 513.242,02, lasciando il film senza budget residui per coprire il costo di una colonna sonora originale. Cooper, tuttavia, fu irremovibile nel suo rifiuto di acconsentire all’uso delle tracce musicali presenti nella biblioteca della casa di produzione. Determinato a commissionare una colonna sonora completamente originale, Cooper si offrì di pagare di tasca sua il capo del dipartimento musicale nonché compositore di punta dello studio, Max Steiner, per creare un suono chiaramente originale che, secondo David Raksin, è stato stimato pari ad una spesa di $ 50.000,00.
Maximilian Raoul Walter Steiner arrivò a Hollywood nel 1929, scrivendo la musica per circa trecentodieci film documentati a partire da Rio Rita, composto durante l’anno del suo arrivo, e terminando con Two on a Guillotine nel 1965. Conosciuto affettuosamente dai suoi colleghi come il “Decano della musica da film” e ricordato come “il mio amato Maxie” da Merian C. Cooper, Steiner è stato senza dubbio il più prolifico compositore musicale nella storia del cinema.
Steiner è diventato il padre della musica da film, il cui sorprendente lavoro ha efficacemente costruito la leggendaria età d’oro del cinema. Il suo brillante lavoro su King Kong è stato forse il primo importante componimento sinfonico per un film dell’era del sonoro.
Il compositore creò una composizione vasta, drammaticamente maestosa, potente piena di profonda e complessa carica emotiva. Dal momento in cui il film inizia, i timbri forti e minacciosi, proclamano la straordinaria venuta della grande scimmia, l’ascoltatore diffidente è avvolto da un violento assalto sonoro. La lenta, calcolata ascensione della tensione, che costringe subliminalmente al primo accenno di arrivo su Skull Island, è magistralmente intrecciata dalla sottile integrazione di Steiner nell’avvicinarsi alla riva, con i tamburi di avvertimento di indigeni invisibili da qualche parte sulla spiaggia. Mentre Carl Denham (Robert Armstrong) e il suo equipaggio abbandonano cautamente il rifugio protettivo della nave Venture, entrando nel sinistro e apparentemente deserto villaggio, il canto sovversivo proveniente da qualche parte vicino al grande muro che incombe, prima della loro solitaria spedizione, pervade gli uomini con un terrore inatteso e inesorabile . Evolvendosi sempre più vicino, i suoni provocatori acquistano forza e vigore finché, finalmente, i pallidi intrusi incappano in uno spettacolo abbacinante; l’imminente sacrificio rituale di una giovane fanciulla verso una bestia, signore del luogo, che i nativi chiamano ossessivamente “Kong, Kong“.
La fuggevole sicurezza dei viaggiatori viene improvvisamente infranta quando il capo tribù li osserva nascosti tra i cespugli, fermando di colpo la cerimonia. Steiner accentua ogni passo minaccioso della discesa del nativo dall’altare mentre avanza minaccioso verso gli intrusi spaventati. I suoi passi lenti e deliberati sono contrastati drammaticamente con la selvaggia, frenetica e minacciosa avanzata dello stregone, sicuramente esacerbata dalla potente musica di Steiner. Tuttavia, questo è solo un preludio alla sfrenata ferocia e frenesia dell’abbandono tribale quando la rapita e terrorizzata Ann Darrow (Fay Wray) viene offerta, in dono sacrificale, alla titanica bestia infuriata chiamata Kong, che tiene l’isola e la sua popolazione in ‘una morsa di paura mortale’. È qui che Steiner cattura così in modo imperdibile la furia cruda e il vendicativo fanatismo dei nativi terrorizzati in un rito di rabbia ebbra e orgiastica. Consumato dalla depravazione del terrore mortale, l’incubo sinfonico di Steiner palpita di convulsioni fino al culmine della febbre, comunicando un’emozione e un’intensità senza pari, concludendosi in modo spettacolare al culmine virtuale della sua aspirazione emotiva e lasciando letteralmente senza fiato l’inerme ascoltatore.
In una carriera incredibilmente ispirata durata ben trentasei anni, Max Steiner ha creato l’accompagnamento indimenticabile di film così riveriti come Casablanca, Il grande sonno, Il tesoro della Sierra madre, La pericolosa partita, Le avventure di Mark Twain e Via col vento. Eppure, il suo capolavoro rimane, punto di riferimento storico imprescindibile, quello creato nel 1933 per Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack per il King Kong della RKO Pictures.
Un singolare fantasy, classico d’avventura senza pari, King Kong rimane tra i film più poetici, magicamente ispirati, popolari e influenti in oltre cento anni di storia esperienziale del cinema, ed è con reverenza e ammirazione che commemoriamo e festeggiamo settantacinque anni della sua musica e delle immagini straordinarie e inquietanti.
Recensione della colonna sonora in CD per AllMusic di Bruce Eder
È difficile criticare questa versione del CD, delle tracce musicali originali del King Kong di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack, del 1933, anche se a prima vista è leggermente confuso. Le tracce 12-20, della durata di 24 minuti, sono, in effetti, le tracce musicali pre-mastering non mixate di Max Steiner, conservate da un gruppo di 78 giri registrati all’epoca su richiesta personale dei produttori. Registrazione gloriose che permettono all’ascoltatore di sperimentare direttamente la colonna sonora che ha cambiato il modo in cui i cineasti e gli studi hollywodiani pensavano alla musica da film, proprio per la forte e cruda carica emotiva con cui Steiner aveva sottolineato sfumature e momenti del film. Certo ci sono eccellenti remastering di questa musica, in particolare quelli per l’etichetta Marco Polo della orchestra sinfonica di Mosca, che contiene materiale qui non compreso, tuttavia questi sono i suoni originali e preziosi in quanto tali. La traccia 1 è la musica dei titoli di testa, e le tracce 2-11 sono un montaggio splendidamente assemblato dell’intera colonna sonora del film nella sua versione da 100 minuti, con dialoghi e musica, in un sommario audio di 30 minuti della trama che compendia gli elementi essenziali drammatici e azione. È molto divertente assemblare una sceneggiatura e fare una valutazione così familiare che le immagini saltano fuori dalla nostra immaginazione e dai nostri ricordi. Questa assenza dell’elemento visivo porta anche nuova enfasi sulla musica, in particolare i dark mysteriosos (illuminati dall’arpa glissandi) che accompagnano l’arrivo a Skull Island. Le note sono estremamente accurate e la confezione è molto bella grazie all’accoppiamento con fonti estremamente pulite e la rivisitazione del racconto: di fatto questo potrebbe essere il più divertente (se non il migliore) documento musicale mai derivato da King Kong.
Sergio Giuffrida
Classe 1957, genovese di nascita, catanese d'origine e milanese d'adozione. Collabora alla nascita della fanzine critica universitaria 'Alternativa' di Giuseppe Caimmi, e successivamente alla rivista WOW. Dai primi anni Novanta al novembre 2021 è stato segretario del SNCCI Gruppo Lombardo. Attualmente è nel board di direzione con Luigi Bona della Fondazione Franco Fossati e del WOW museo del fumetto, dell'illustrazione e del cinema d'animazione.