DISTRICT 9 (2009)
Nel 2005 il film-maker sudafricano Neil Blonkamp girò un cortometraggio intitolato Alive in Joburg. Peter Jackson, il regista neozelandese fresco del successo del trittico Il Signore degli Anelli, rimase talmente impressionato da questo e da altri suoi corti, da proporgli la regia di un film tratto dal videogioco Halo. Il progetto abortì, ma Peter Jackson diede a Blonkamp una possibilità che è il sogno della maggior parte dei registi: 30 milioni di dollari per realizzare un soggetto qualsiasi. Blonkamp ne approfittò per realizzare una specie di remake lungo di Alive in Joburg.
District 9 parte da un prologo che si può dire ucronico: nel 1982 una gigantesca astronave, probabilmente per uno sbaglio di rotta, finisce sopra Johannesburg; i suoi abitanti, ridotti allo stremo, scendono e le autorità li rinchiudono in una baraccopoli nei sobborghi della metropoli (il Distretto 9), disprezzati e respinti dalla gran parte degli esseri umani, che li chiamano “crostacei” perché dotati di chele e tentacoli, nonostante la loro forma umanoide. A occuparsi di loro è l’Mnu, un organismo internazionale che li opprime con una milizia armata e li studia con un’equipe scientifica segreta. Nel 2010 l’Mnu decide di spostare la popolazione del Distretto 9 in una nuova tendopoli, il Distretto 10, ancor più angusto nonostante il paternalistico altruismo simulato dall’Mnu. Contemporaneamente Cristopher, uno scienziato alieno, sta cercando di riavviare l’astronave, rimasta sospesa sopra Johannesburg, per ritornare al pianeta d’origine. L’operazione di sgombero è diretta da Wikus van de Merve, un burocrate inetto che ha ottenuto l’incarico solo perché genero del direttore dell’Mnu.
Durante lo sgombero della baracca di Cristopher, Wikus viene infettato da un fluido presente in uno dei marchingegni dello scienziato. Inizia così un processo di metamorfosi che trasforma progressivamente il funzionario in un “crostaceo”. Catturato dall’Mnu che cerca di ucciderlo e usare i suoi resti per studiare il Dna alieno, Wikus fugge e stringe con Cristopher una strana e forzosa alleanza.
District 9 è un film costruito su più livelli. Inizia come un’inchiesta giornalistica che indaga a ritroso sul “mistero van de Merwe“, intervistando suoi parenti e colleghi. Queste interviste si alternano a servizi giornalistici in diretta sullo sgombero del Distretto 9 e al film vero e proprio, che a sua volta intreccia varie storie, intersecandole con l’odissea di Wikus e Cristopher.
Blonkamp descrive con ironia e intelligenza il sistema del Distretto 9, chiaramente basato sull’apartheid sudafricano, anzi quasi un’apartheid nell’apartheid, che sopravvive anche alla fine ufficiale del sistema segregazionista. Il razzismo nascosto da umanitarismo muove l’Mnu e lo stesso Wikus, descritto all’inizio come un meschino arrivista privo di qualunque vera sensibilità verso gli alieni che opprime e disprezza. La sua trasformazione fisica è parallela, benché forzata, con quella di avvicinamento alla causa e all’umanità (o “alienità”) dei crostacei. Allo stesso modo, Blonkamp è acuto e velenoso nel descrivere le forme di sfruttamento che gli uomini fanno all’interno della baraccopoli: il clan di nigeriani che gestisce il traffico di armi e cibo per gatti (una droga per gli alieni) nel Distretto 9 resta nella memoria nel suo allucinato squallore, opposto ma in fondo speculare all’asettica ipocrisia dell’Mnu.
Fra i motivi d’interesse del film c’è anche una sua carica profetica. Il Distretto 9 è descritto come una comunità i cui abitanti, pur nella povertà, hanno costruito una serie di servizi e di commerci autonomi: qualcosa di simile effettivamente è avvenuta nella Giungla, la comunità di emigranti irregolari bloccati a Calais, che recentemente ha subito uno sgombero simile a quello raccontato in District 9.
Ma District 9 è soprattutto un film d’azione, girato con uno stile sincopato e adrenalinico, condotto con un ritmo trascinante che non conosce soste, in un crescendo di suspense, ben servito dall’alternanza di punti di vista che Blonkamp dosa con sapienza. Con alcune inevitabili ingenuità: nelle sparatorie Wikus si rivela un tiratore migliore dei militari professionisti suoi nemici, e Cristopher passa indenne a una tempesta di proiettili solo facendosi scudo con una lastra di metallo.
Sharlto Copley, l’interprete di Wikus, è un produttore televisivo i cui sforzi di attore son legati per lo più ai film di Blonkamp. La loro prima collaborazione insieme fu proprio Alive in Joburg, prodotto da Cobley, che interpreta anche la parte di un cecchino.
Il nome District 9 prende spunto da un sobborgo multirazziale di Cape Town, District 6, che fu demolito dal governo sudafricano nel 1966 per far posto a un quartiere residenziale per soli bianchi. Le immagini del District 10, che si intravede alla fine del film, sono ispirate ai campi di concentramento in cui gli italiani deportarono le popolazioni libiche all’inizio degli anni Trenta.
Titolo Italiano | District 9 | Interpreti | Sharito Copley | |
Titolo originale | District 9 | |||
Produzione | Nuova Zelanda – Sudafrica – Canada | Jason Cope | ||
Anno | 2009 /Colore | |||
Durata | 112′ | Nick Blake | ||
Regia | Neil Blomkamp | |||
Musiche | Clinton Shorter | Eugene Khumbanyiwa | ||
Tratto dalromanzo | – | |||
Atri interpreti | David James, Vanessa Heywood |
Mario Luca Moretti
Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano