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Cinema di Fantascienza e ufologia

Cinema di Fantascienza e ufologia

Cinema di Fantascienza e ufologia è la seconda parte di una piccola monografia di Vanni Mongini. La prima parte è visibile su questo stesso sito col titolo L’Ufologia attraverso il Cinema di Fantascienza: qui troverete la seconda parte. Buon divertimento.

 

Il caso Roswell, cinematograficamente parlando, ha avuto gli onori dello schermo grande o piccolo che sia, solo in tempi relativamente recenti quando i filmati, o presunti tali dell’autopsia eseguita sull’alieno di Roswell hanno fatto il giro del mondo.

Cinema di Fantascienza e ufologiaA questo proposito forse non tutti sanno che sull’autenticità o meno di questo filmato ne è stato realizzato un lungometraggio intitolato Alien Autopsy – Una Storia Vera (Alien Autopsy – 2006) per la regia di Jonny Campbell.

Secondo questa storia durante l‘incidente di Roswell nel quale un‘astronave aliena si sarebbe frantumata al suolo, venne girato un documentario su una presunta autopsia aliena.

Questo documentario sarebbe stato venduto dall‘operatore che all‘epoca lo girò e acquistato da un certo Ray Santilli, che era anche un giovane truffatore. Purtroppo, il filmato originale cominciò a decomporsi irreversibilmente dopo la prima proiezione, sicché il giovane decise, assieme al suo amico Gary di farne una sorta di remake ed il filmato fasullo fece il giro del mondo.

La truffa fu presto scoperta ma un frammento della pellicola originale fu recuperato quel tanto che basta da poter mostrare, almeno a Gary, che Ray non aveva mentito quando lo aveva visto quella prima ed unica volta.

È del 1994 il film televisivo Roswell (Roswell) di Jeremy Paul Kagan, sotto molti aspetti simile a un documentario che tende a rivelare come l’Ufo-Crash più famoso nel campo della ufologia, sia veramente accaduto e come le autorità abbiano sempre cercato di nascondere il tutto.

Poi ecco quindi che i resti degli alieni sono stati portati nella misteriosissima base detta Area 51 nel Nevada, almeno così viene detto nel film di Ronald Emmerich Independence Day (ID-4 o Independence Day- 1996).

Non sappiamo se questo corrisponda a verità, ma per certo sappiamo che la produzione si vide rifiutare il permesso di riprendere gli aerei a reazione in volo se nella sceneggiatura restava il riferimento all’Area 51. Il regista si rifiutò di obbedire e le squadriglie aeree furono realizzate dal computer.

Una breve citazione al caso sta nel pilot della serie televisiva, che ha come base narrativa i viaggi nel tempo ed è quella che ci viene offerto con il titolo Seven Days (Seven Days) per la regia di John McPherson (1998).

Il nostro protagonista appartiene ad una segretissima organizzazione governativa che gestisce una macchina del tempo che ha però possibilità molto limitate: viaggia solo a ritroso e per un massimo di sette giorni.

Si tratta di una tecnologia è aliena che, infatti, proviene dall’Ufo Crash di Roswell, i cui resti sono stati segretamente conservati e sono tuttora fonte di studio, questo almeno secondo la tesi del telefilm che è quella stessa di molti ufologi.

Sempre nel 1998 arriva, cinematograficamente parlando, la dimostrazione che qualcosa è veramente accaduta a Roswell. Si tratta del film Roswell- Lo Sbarco degli Alieni (Roswell: The Aliens attack) di Brad Turner.

In effetti qualcosa è precipitato dal cielo di Roswell nell’anno 1947. Sul luogo dell’impatto l’esercito degli Stati Uniti ha trovato i corpi di due creature aliene, ma non si sa che è altri due esseri dall’aspetto perfettamente umano, un uomo e una donna, si sono allontananti separatamente dal luogo dell’impatto.

Il loro compito è quello di distruggere la forma uomo sulla Terra, cioè di rendere il pianeta inabitabile ai terrestri, forse per fare posto a un’altra forma di vita che vi si insedierebbe.

Però l’uomo s’innamora e cambia idea, non così la donna che prosegue spietatamente nella sua missione.

Altro serial TV è Roswell (Roswell), (1999), 21 puntate più il pilot e che prende le mosse dall’ormai mitico e forse storico incidente alieno e che ci racconta come alcuni di questi alieni sono sopravvissuti e si sono mescolati agli esseri umani, per cui i loro discendenti, metà umani e metà alieni, vivono in mezzo a noi: ragazzi dotati di poteri paranormali.

Servizi Speciali M.I.B.

Vestirai solamente con abiti approvati dai Servizi Speciali MIB. Ti conformerai all’identità che ti daremo. Mangerai dove ti sarà indicato, vivrai dove ti sarà indicato. D’ora in poi non avrai segni d’identificazione di alcun genere. Non attirerai mai l’attenzione. La tua immagine è plasmata in modo da non lasciare ricordi duraturi nelle persone che incontri. Sei qualcosa di vago, identificabile soltanto come un dejavù e cancellato altrettanto rapidamente. Tu non esisti, non sei mai nato. L’anonimato è il tuo nome, il silenzio la tua lingua madre. Tu non fai più parte del Sistema, tu sei al di là del Sistema, sei al di sopra di esso, sei oltre! Noi siamo quelli, siamo loro, siamo gli uomini in nero. Man In Black

(Men in Black di Barry Sonnenfield – 1997)

Secondo gli ufologi essi sono i custodi dei segreti ufologici, della verità sui fatti, degli avvistamenti, dei rapimenti e delle intenzioni degli alieni nei nostri riguardi.

Potrebbero essere, come nel caso del film M.I.B. una particolare squadra di agenti governativi che tiene sotto controllo ed impedisce la divulgazione del fenomeno ufologico per non allarmare la popolazione e per non sconvolgere l’economia della Terra.

Un’altra ipotesi ci dice che gli uomini in nero potrebbero essere i veri detentori e creatori del fenomeno ufologico. Essi apparterebbero ad una superpotenza tecnicamente più avanzata che esiste sulla Terra da millenni e rifugiatasi all’interno del nostro globo.

E poi ancora si dice che essi siano extraterrestri che controllano la vita sul nostro pianeta in pieno accordo con le superpotenze terrestri le quali, in cambio, riceverebbero dei benefici medici e tecnologici.

Il loro nome deriva dal fatto che, almeno secondo i testimoni che sono stati da loro minacciati, essi generalmente, viaggiano a gruppi di tre usando abiti scuri di buona fattura ma non sempre della misura esatta di chi li indossa. Sono conosciuti anche con il nome di Silencers, si muovono a bordo di voluminose macchine nere, hanno dei modi bruschi e, generalmente, è uno solo di loro che proferisce le minacce mentre gli altri ascoltano in silenzio.

Sempre secondo la scienza ufologica essi hanno minacciato ed anche ucciso. Sono, insomma, custodi del più interessante segreto del mondo: se siamo soli o no nell’universo.

Anche in questo caso le loro apparizioni cinematografiche sono state abbastanza centellinate una di queste è datata 1978 ed è, incredibilmente, una delle migliori trattandosi di una pellicola italiana. Si tratta di Occhi dalle Stelle di Roy Garrett, o per meglio dire, Mario Gariazzo.

La trama parla di un fotografo e della sua modella, i quali scompaiono misteriosamente, forse rapiti da alieni. Un giornalista (Robert Hoffman) cerca di scoprire la verità, ma le autorità, per mezzo degli Uomini in Nero, metteranno a tacere tutto e lo elimineranno assieme ad altri curiosi.

Nel 1997, invece appaiono due film e uno dei due conobbe anche un vasto successo commerciale, ma lo si deve parificare forse di più ad una commedia fantastica che a un puro film di fantascienza. Si tratta di Men in Black (Men in Black o M.I.B.) di Barry Sonnenfeld.

In questo segretissimo gruppo viene reclutato “J” (Will Smith) che, assieme al collaudato collega “Kappa” (Tommy Lee Jones) cerca di mettere le mani su un’importantissima galassia in miniatura prima che se ne impossessi una piattola cosmica o che gli alieni, per rappresaglia, facciano saltare in aria la Terra.

Giova ricordare che ne è stato fatto un sequel qualche anno dopo, sempre in versione semiseria come il primo.

Il secondo è in versione totalmente seria e s’intitola Ombre Aliene (The Shadow Man) di Timothy Bond: al ritorno da una passeggiata in montagna una famiglia subisce un misterioso fenomeno: viene investita da una strana luce ed esaminata da esseri strani e misteriosi che lasciano loro un ricordo nebuloso su quanto è accaduto. Da quel momento dei misteriosi uomini in nero cominciano ad ossessionare la vita della famiglia Wilson tanto da costringerli a fuggire e a portare via le prove del loro avvistamento. Grazie all’aiuto di un ufologo riescono a sfuggire alla cattura di esseri che non sono di questa Terra…

Abduction – Bagliori nel Buio

Non si può parlare di Uomini in Nero o di UFO senza parlare dei casi di rapimenti o Abduction, a cui sarebbero stati soggetti molti incauti e sfortunati terrestri, rapiti da forze alieni ed usati come cavie, come materiale da esperimento o come elementi riproduttivi allo scopo di creare un ibrido tra terrestri e alieni.

Gli stessi Occhi dalle Stelle e Ombre Aliene si occupavano del fenomeno, che ha radici profonde.

Con l’inizio degli anni Sessanta aumentano in modo esponenziale le dichiarazioni di coloro che sostengono di essere stati portati a viva forza dentro un disco volante.

Molte di queste esperienze hanno elementi in comune: molti testimoni non ricordano nulla se non sotto ipnosi e non hanno la minima cognizione del trascorrere del tempo. Nei mesi successivi sono soggetti a incubi e a delle crisi di ansia e cominciano lentamente a ricordare qualche cosa e a uscire dallo stato semi confusionale nel quale si trovavano.

L’unica cosa apparentemente certa di queste testimonianze è che gli psichiatri hanno riscontrato i postumi di un grave trauma.

Betty Hill, sotto ipnosi, rivelò che nel settembre del 1961 lei e il marito, Barney, sarebbero stati rapiti dagli UFO mentre in macchina percorrevano una strada di campagna nel New Hempshire. Ne fu fatto anche un film intitolato The Ufo Incident per la regia di Richard A. Colla, invero abbastanza noioso e inedito da noi.

Così accadde anche nel 1973 a Steven Kilburn, uno studente dell’Università del Maryland.

Fu solo sotto ipnosi che Steve parlò di “Due luci in cielo sopra l’autostrada e sopra gli alberi… Vedo l’ombra di qualcosa. Sto discendendo la collina e finalmente raggiungo il luogo dove penso che fossero le luci e allora sterzo fermandomi sul ciglio della strada. Io non volevo andare laggiù, ma l’auto sbandò bruscamente a destra come se fosse stata attirata da una gigantesca calamita…

Fa parte della casistica anche il fatto che il sistema elettrico del veicolo cessi totalmente di funzionare, lo si vede anche molto chiaramente in una sequenza di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (Close Encounters of the Third Kind) di Steven Spielberg (1977) e nemmeno in casa propria ci si può ritenere al sicuro… Essi giungono anche lì… (Sempre da Incontri Ravvicinati del terzo Tipo).

Torniamo al nostro Steve che scorge tre figure che si stanno avvicinando a lui e, sempre sotto ipnosi, egli dichiarerà che si tratta di “Esseri molto strani, sono piccoli di statura, arrivavano alla mia spalla. Vedo le facce e sono bianche, pallide, sembrano di gomma. C’è uno, è il capo. I suoi occhi sono scintillanti, sembrano neri. Non vedo pupille, la testa non è rotonda, sembra una lacrima capovolta. C’è un naso, come una piccola cresta in rilievo e due buchi piccoli come due fori di spillo.”

Un’altra cosa in comune in tutti questi casi è che, quasi sempre, i rapitori erano di piccola statura, grosso modo tra il metro ed il metro e mezzo, solo il capo è leggermente più alto degli altri, ma questa non fu naturalmente l’unica descrizione perché altri rapiti parlarono di extraterrestri con grosse teste a cupola inserite su corpi piccoli con mani e dita lunghe e sottili.

Tutti quante le vittime, pur spaventate, non riuscivano a muoversi o a fuggire come fossero in preda a una specie di paralisi.

Ricorda Barney Hill: “Cominciai ad uscire dall’auto e misi un piede a terra, due di loro erano accanto a me e mi aiutavano ad uscire, mi sentivo rilassato, ma anche terrorizzato…

Quasi tutti coloro che dichiarano di essere stati rapiti dagli alieni parlano di una stanza illuminata a giorno nella quale sarebbero stati condotti e di una strana e dolorosa visita medica alla quale sarebbero stati sottoposti. Betty Hill dichiarò che le erano stati strappati dei lembi di pelle dal braccio, dei campioni di capelli, cerume e porzioni di unghia.

Betty Hill non fu la sola a sostenere di essere stata esaminata da uno strano macchinario dal quale spuntavano dei lunghi aghi e che uno di questi le fu inserito nell’ombelico per un possibile test di gravidanza. Invece gli uomini hanno dichiarato di essere stati costretti ad accoppiarsi con delle aliene mentre un apparecchio prelevava campioni di sperma.

Alcune donne rapite avrebbero poi subito una sorta d’inseminazione artificiale. Restando poi incinte ma, all’improvviso non lo erano più e, sotto ipnosi, riveleranno di aver ricevuto la visita degli alieni che si sono quindi impossessati dei feti ibridi.

Alcuni rapiti tornerebbero con dei micro-congegni inseriti, i cosiddetti Impianti, i quali servirebbero agli alieni per tenerli costantemente sotto controllo.

Uno dei casi più clamorosi fu quello di Travis Walton, il quale ha liberamente ispirato, nel 1993, il film Bagliori nel buio (Fire in the Sky) di Robert Lieberman dove un tagliaboschi venne rapito da uno strano oggetto mentre tornava a casa con degli amici dopo una giornata di lavoro. Poi è riapparso giorni dopo in uno stato confusionale, raccontando di essere stato rapito dagli alieni.

Il film non raccontò l’esperienza così come l’aveva descritta Travis e a lui piacerebbe poter portare sullo schermo quello che lui avrebbe veramente vissuto e che è stato descritto nel suo libro The Walton Experience.

Walton si svegliò all’improvviso dopo il rapimento e si trovò su un tavolo in una stanza dal soffitto basso. Appoggiato sul torace aveva un apparecchio di forma ovale che gli causava dolore.

La descrizione che egli fa degli alieni sembra abbastanza simile a quella poi realizzata nel film. Travis balzò dal letto e prese in mano un oggetto per cercare di difendersi. Non aveva paura: era cintura nera di Tae Kwon Do.

I tre esseri che lo stavano guardando abbandonarono la stanza senza nemmeno degnarlo di considerazione. Travis imboccò la direzione opposta trovandosi di fronte a un lungo corridoio, certamente non così sporco ed untuoso come appare nel film ed entrò in una stanza con una poltrona sulla quale vi erano dei pulsanti e delle leve.

Travis ne azionò alcuni facendo apparire sul soffitto una sorta di grande Planetario dove era indicato il movimento dei pianeti e delle stelle; quindi, nella stanza entrò un essere umanoide alto all’incirca un metro e ottanta, con i capelli castani. L’essere indossava una tuta azzurra e un casco trasparente dietro il quale s’intravedevano degli occhi dorati.

Senza dire una parola la creatura afferrò Travis e lo condusse in un’altra stanza dove c’erano degli oggetti apparentemente metallici di forma ovoidale. Poi in una stanza successiva Travis incontrò altre tre creature, due uomini e una donna esattamente simili al primo, ma senza casco. I tre lo distesero su un tavolo e lo fecero addormentare, non si sa bene come.

L’uomo si svegliò nel verde e vide il disco volante che si allontanava.

Le scene che quindi appaiono sulla pellicola sono molto più in stile Horror e completamente inventate rispetto a ciò che Travis avrebbe vissuto.

Esse sono state realizzate in questo modo per tenere conto delle esigenze di cassetta il che, in un certo senso, rende il film assolutamente inattendibile.

L’esperienza di Travis fu ricostruita tramite l’ipnosi regressiva, ma non fu possibile farlo completamente perché essa cominciava a rivelarsi pericolosa per la salute mentale del soggetto e non sembrerebbe così traumatica e sadico-dolorosa come appare sulla pellicola, dove il set dell’astronave aliena è molto più simile ad uno degli incubi di Geiger e del suo Alien che a quello appartenente ad una razza tipicamente molto più avanzata tecnologicamente della nostra.

Ma lo stupro cosmico ha conosciuto anche diversi altri esempi: possiamo cominciare dal classico Il Villaggio dei Dannati (Village of Damned) di Wolf Rilla, datato 1960 e del suo remake del 1995 dovuto alla mano sinistra di John Carpenter.

Entrambi i film sono tratti dal romanzo di John Wyndham: I Figli dell’Invasione. Nel primo caso ci viene raccontata la storia di un piccolo villaggio inglese che resta isolato dal mondo in un modo assolutamente misterioso. Quando il fenomeno cessa ecco che tutte le donne del paese sono rimaste incinte e nascono così dei bambini dotati di poteri particolari, privi di emozioni che costituiscono una minaccia per il mondo. Sarà uno scienziato (George Sanders) a fermarli sacrificando la propria vita.

A differenza del primo film, nel remake uno dei ragazzi si salva, l’unico che ha dimostrato di avere un minimo di sentimenti umani, ma la storia è nettamente inferiore a quella del suo ben più illustre predecessore.

Un rapimento da parte di alieni, ma non certo a scopo di studio viene compiuto nel filmetto di Piero Francisci 2+5: Missione Hydra, anno 1966: scienziati e spie cinesi vengono rapiti e portati su un’astronave aliena.

Dopo aver visitato il pianeta degli alieni, Hydra, ed aver scoperto che si è autodistrutto, tornano sul nostro pianeta per trovarlo cancellato da una guerra atomica. Non resta che tornare nello spazio.

Si narra che il film fosse stato girato dai collaboratori di Francisci il quale, sul set, passava da un pisolino all’altro.

Due anni dopo e precisamente nel 1968, arriva sugli schermi Galaxy Horror- Anno 2001 di Gerry Levy, un film inglese che aveva il titolo originale ben più intelligente: The Body Stealers.

E infatti si tratta di avvenimenti inspiegabili che accadono durante dei lanci perché, misteriosamente ed incredibilmente, dei paracadutisti scompaiono e il paracadute arriva a terra allacciato, ma vuoto.

Il comandante (George Sanders) incarica un investigatore (Patrick Allen) di trovare la verità ed egli scopre che degli alieni hanno rapito i paracadutisti per portarli su un altro pianeta, ma una donna aliena (Hilary Dwyer) aiuta l’investigatore a liberarli e gli alieni ripartono, con la loro astronave invisibile, a carico vuoto.

Passiamo ora al 1974 per parlare di un film televisivo intitolato Uno Straniero tra noi (The Stranger within) di Lee Philips, la storia è un classico ufologico: il marito è sterile, ma lei resta incinta.

La faccenda non sta nei termini più classici perché quando lei decide di abortire si scopre che la sua mente è sotto il dominio di un’entità misteriosa che la obbliga ad avere il figlio. Il misterioso essere colpevole di questo stupro è un alieno che si porta via madre e figlio.

È del 1977 la più famosa pellicola del genere: Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (Close Encounters of the third Kind) di Steven Spielberg, a parte come abbiamo detto il ritrovamento degli aerei, nelle sequenze finali del film vengono restituiti dagli alieni tutti gli umani rapiti nel corso degli anni, se non dei secoli, stando almeno da come sono vestiti alcuni di loro. Eppure, per i rapiti, sono passate al massimo poche ore.

Il Dottor J. Allen Hynek fece da consulente per la pellicola.

L’uomo era stato un valente astronomo ed astrofisico e non credeva affatto al fenomeno ufologico, ma cominciò a ricredersi quando venne a conoscenza che la casistica ufologica riguardava tutto il nostro pianeta e che gli avvistamenti avevano molti punti in comune fra loro.

Hynek fece da consulente all’aviazione americana per il Progetto Blue Book, una sezione governativa che si occupava di studiare e spiegare i vari tipi di avvistamenti ufologici. Fu direttore del Centro Lindhemeir per la ricerca astronomica e fu Presidente del Dipartimento di Astronomia e quindi anche insegnante di Astronomia alla Northwestern University. Come se non bastasse divenne anche co-direttore dello Smthsonian Astrophysical University di Cambridge, nel Massachusetts, capo per il programma Satelliti Artificiali, appoggiato alla NASA e Direttore dell’Osservatorio McMillin dell’Ohio State University.

Nel suo libro intitolato: L’Esperienza Ufo, un’inchiesta scientifica egli divideva gli avvistamenti in tre sezioni distinte:

  1. Incontri Ravvicinati del Primo Tipo: Avvistamenti a distanza ravvicinata generalmente poche centinaia di metri.
  2. Incontri Ravvicinati del Secondo Tipo: Avvistamenti a cui seguono prove tangibili come, per esempio, impronte, bruciature sul suolo o sull’erba.
  3. Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo: Gli occupanti degli UFO vengono visti e si prende contatto con loro.

Il sistema fu poi ampliato dai successori di Hynek il quale, purtroppo, subito dopo la fine della lavorazione del film venne a mancare, ma ciò non gli impedì comunque di apparire in un cameo nelle scene finali: è l’uomo col pizzetto che fuma la pipa, riportato nella nostra copertina.

Ora, la fantascienza è una cosa seria, ma abbiamo avuto spesso la dimostrazione di quanto sappia essere divertente, ironica, graffiante e… stupida.

Uno di questi esempi ci viene offerto dal film di William A. Levey, Incontri erotici del Quarto Tipo (Baum baum thank you, Space Man – 1979), il quale, secondo i distributori nostrani, doveva fare il verso al film di Spielberg, ma di ben altro si tratta: Piccoli esseri verdi ed alieni arrivano sul nostro pianeta arrapati in maniera… stellare e cominciano a dare la caccia alle donne terrestri. Qualcosa di piccolo e verdognolo arriva dopo i classici nove mesi…

L’anno successivo i terrestri ricambiano la visita, nel senso che non sono gli alieni che vengono a mettere incinte le nostre donne, ma sono le nostre donne che vanno a farsi mettere incinta sugli altri pianeti.

È il caso di Inseminoid. Un Tempo nel Futuro (Inseminoid) di Norman J. Warren.

Tutto accade perché una spedizione archeologica terrestre sta esplorando e studiando delle vestigia di una civiltà aliena su un altro pianeta quando uno strano essere rapisce una delle astronaute, Sandy (Judy Geeson) la rende incinta, poi la libera e la ragazza diventa una creatura inferocita e pericolosa tutta tesa a difendere la creatura che deve nascere a scapito della vita degli altri componenti. Infatti, li uccide tutti poi, quando due esseri mostruosi nascono, si cibano di lei e la pattuglia di soccorso, una volta atterrata su quel mondo lontano, non trova nessun superstite e non ne capisce la ragione. Purtroppo, quando ripartono, avranno due mostruosi e pericolosi clandestini a bordo…

Siamo ora nel 1982, ancora per una visita aliena a scopo procreativo.

Si vede che abbiamo le donne più belle e più feconde dell’universo perché tutti ce le invidiano: dai mostri desiderosi di portarle a spasso per caverne ed anfratti, ad alieni che se le vogliono portare su altri pianeti per finire con altri extraterrestri che affrontano un viaggio di milioni di anni luce solo per possederle.

È il caso di X-Tro Attacco alla Terra (Xtro) di Harry Bromley Davenport, dove un alieno giunge sulla Terra e, come ogni extraterrestre che non si rispetti, assale una donna, la mette incinta e anche il nascituro viene rapito dagli alieni che però lo riporteranno sulla Terra… supposto che quella creatura sia sempre umana…

Siamo più fortunati l’anno successivo perché il rapimento di terrestri, da parte degli alieni, non è fatto per fare del male, ma solo a scopo di studio.

Essi racchiudono un villaggio terrestre dentro a delle bolle di energie e si sostituiscono agli abitanti. Vediamo meglio questa vicenda.

Il film si intitola Strange Invaders (Strange Invaders) di Michael Laughlin.

Parecchi anni prima alcuni alieni hanno occupato la piccola città di Centerville, nell’Illinois: per la precisione era il 4 giugno del 1958. Tutti gli abitanti sparivano in sfere di un meraviglioso e cangiante colore celeste.

Ai giorni nostri, invece, la moglie di Charles Bighelow (Paul Le Mat), un entomologo, è costretta ad andare a Centerville per i funerali della madre. Passano i giorni ma Margaret (Diane Scarwid) non torna, per cui Charles affida la piccola alla madre e va a cercarla.

Nel paese nessuno sembra conoscerla. Charles assiste a dei fatti che hanno dell’incredibile: il suo cane lupo scompare e una creatura aliena gli spara contro con un raggio che quasi gli disintegra la macchina.

Torna indietro in città dove prende contatto con una giornalista di un settimanale scandalistico (Nancy Allen) che ha pubblicato un articolo sugli UFO mettendo in prima pagina proprio il disegno dell’alieno che lui ha visto.

Sua moglie torna in tempo per spiegargli che anche lei è un’aliena e che la bambina nata dalla loro unione interessa moltissimo la comunità di alieni. Essi stanno per ripartire dopo la loro missione di studio e vogliono portarla con sé.

Charles torna in paese per cercare di salvare la figlia rapita e vi riesce con l’aiuto della giornalista e della stessa moglie, che libera la piccola mentre l’astronave si alza nel cielo e gli abitanti, liofilizzati dentro le sfere azzurre, tornano al loro posto come se nulla fosse accaduto. Solo le autorità sapevano, ma hanno taciuto per convenienza collaborativa con gli alieni.

Un altro caso di rapimento: avviene nel 1986 nel film di Randal Kleiser Navigator (Flight of The Navigator).

Tutto sommato una bella esperienza in quanto David Scott Freeman (Joey Cramer) ha dodici anni quando scompare misteriosamente mentre attraversa un bosco e per lui non sono passati che pochi istanti quando si ripresenta nella casa dei suoi genitori. In realtà, sono trascorsi otto anni dalla sua sparizione e lui non è invecchiato nemmeno di un giorno.

Uno scienziato della NASA, il Professor Faraday (Howard Hesseman) ha intanto recuperato uno strano tipo di nave spaziale e, venuto a conoscenza del caso di David, chiede il permesso dei genitori per portarlo alla base NASA per due giorni allo scopo di compiere alcuni esami.

Faraday ha in realtà intenzione di trattenere il ragazzo molto più a lungo quando si accorge che il cervello di David è pieno di informazioni planetarie, ma David fugge imbarcandosi sulla nave che è poi la stessa che lo ha rapito e riportato lì.

Si tratta d una nave spaziale quasi dotata di volontà propria e acconsente di riaccompagnare il ragazzo a casa. Ma quando vi arrivano trovano ad attenderli Faraday ed i soldati.

Allora David fa tentare alla nave una manovra disperata tornando indietro nel tempo in modo che nessuno si accorga della sua scomparsa perché non è mai avvenuta.

Breve accenno al film Vicious Lips (Pleasure Planet) di Albert Pyun del 1987: La cantante leader di un gruppo musicale viene rapita da un disco volante, ma il posto vacante verrà presto riempito con grande vantaggio di tutti… mai vista una cantante così… aliena.

Torniamo al classico problema di Abduction, così come ne parla la casistica ufologica con il film televisivo Intruders (Intruders) di Dan Curtis del 1992.

Qui uno psicologo acquisisce le prove che una nave aliena è atterrata sul nostro pianeta e che gli extraterrestri sono sbarcati e hanno rapito degli esseri umani per usarli nei loro esperimenti

Di ben altra pasta è un interessante inedito cinematografico del 1993.

Nella versione italiana s’intitola Incontri Ravvicinati (Official Denial) di Brian Trenchard-Smith ed è la storia di un civile (Parker Stevenson) che dichiara di essere stato più volte rapito dagli alieni e viene reclutato in gran segreto dall’aeronautica americana affinché cerchi di mettersi in contatto verbale con un alieno che hanno catturato ancora vivo a bordo di una nave spaziale schiantatasi tra i monti. L’uomo riesce nel contatto, ma lo mantiene segreto e, con l’aiuto del comandante della base (Chad Everett) riesce a scoprire la vera provenienza degli alieni.

Un altro caso di inseminazione aliena, con tragici risultati per la coppia terrestre avviene nel film di Bryan Yuzna Progeny, nel suo passaggio televisivo conosciuto anche come Progeny-Il Figlio degli alieni (Progeny – 1998).

I coniugi Barton conducono una vita felice ma, una notte, la donna viene rapita da una misteriosa luce blu e al suo risveglio si scopre incinta di due mesi.

Con l’aiuto di uno psichiatra i coniugi riescono a sapere che la donna è stata portata a bordo di un’astronave ed esaminata da strane creature. Ad un successivo esame poi, il feto risulta non essere umano.

Il tentativo di fare abortire la donna fallisce perché la creatura è interconnessa con i suoi organi interni e rimuoverla vorrebbe dire ucciderla. Un esperto di ufologia avverte la coppia che, con ogni probabilità, gli alieni torneranno per riprendersi la creatura…

Abbiamo poi il subdolo The Astronaut’s Wife (The Astronaut’s Wife) di Rand Ravich, del 1999, tratto dal romanzo di Robert Tine La Moglie dell’Astronauta.

Lo si potrebbe definire una sorta di Rosemary’s Baby in chiave fantascientifica con l’aggiunta di un poco di Astronave atomica del Dottor Quatermass. Il film racconta di un’astronauta (Johnny Depp), il quale torna miracolosamente vivo, ma diverso, dopo uno strano e misterioso incidente capitato durante una missione spaziale. Sua moglie (Charlize Theron), resta incinta di due gemelli.

L’angoscia della donna, forse una sua paranoia, aumenta sempre di più, ma continua a chiedersi chi o cosa sia tornato dallo spazio?  Quando la moglie dell’astronauta si rende conto che un essere alieno si è impossessato del marito, cerca di distruggerlo, ma le cose non vanno come aveva progettato…

Molto interessante è il serial in dieci episodi intitolato Taken (Taken – 2002), che si snoda nel corso di cinquant’anni e coinvolge quattro generazioni di tre famiglie: i Keys, i Crawford ed i Clarkes.

Il veterano della Seconda guerra mondiale Russell Keys è afflitto da incubi riguardanti il suo rapimento effettuato da alieni durante la guerra. L’incidente di Roswell trasforma l’ambizioso Capitano dell’aviazione Owen Crawford in un malvagio cospiratore della congiura governativa del silenzio.

La giovane sposa Sally Clarke è resa pregna da un visitatore alieno.

Durante gli anni si snoda la macchinazione aliena che culmina con la nascita di Allie Keys, che è il prodotto finale degli esperimenti alieni e il punto d’appoggio per il loro futuro.

È ancora visibile il Serial TV 4400 (4400) datato 2004 nel quale quattromila quattrocento persone misteriosamente scomparse negli ultimi cinquant’anni ritornano sulla Terra da un luogo ignoto dello spazio dopo essere stati rapiti dagli alieni. Non sono affatto invecchiati e hanno invece acquisito dei poteri particolari, anche se nulla ricordano di ciò che è loro accaduto.

A due agenti dell’F.B.I. viene dato l’incarico di aiutarli ad inserirli nuovamente nella società. Un compito difficile perché i Newcomers, come vengono chiamati, sono oggetto di pregiudizi, timore e odio da parte della gente normale.

Vanni Mongini
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Tra i maggiori specialisti mondiali di cinema SF (Science Fiction) è nato a Quartesana (Fe) il 14 luglio 1944 e fino da ragazzino si è appassionato all'argomento non perdendosi una pellicola al cinema. Innumerevoli le sue pubblicazioni. La più recente è il saggio in tre volumi “Dietro le quinte del cinema di Fantascienza, per le Edizioni Della Vigna scritta con Mario Luca Moretti.”

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