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LA MIA VITA CON PHILIP KINDRED DICK

LA MIA VITA CON PHILIP KINDRED DICK

L’Electric Sheep Comics è un’associazione culturale nata quasi dieci anni fa dall’incontro tra Alessandro Napolitano, Claudio Fallani e la nostra illustratrice amante del blu Roberta Guardascione, cui poi si sono aggiunti Riccardo Iacono e Roberto Napolitano. L’intento era quello di pubblicare fumetti, romanzi e racconti e di scoprire talenti. Nel 2017, per la prima volta, ha pubblicato la sua prima opera non-fiction con La mia vita con Philip Kindred Dick, la traduzione Italiana del libro Remembering Firebright, scritto da Tessa B. Dick e pubblicato negli Stati Uniti nel 2009 (l’esperimento è stato ripetuto poi l’anno successivo con La fantascienza cinematografica – La seconda età dell’oro, saggio del sottoscritto dedicato ai film di fantascienza degli anni Ottanta e dintorni). Di seguito è riportata la presentazione del volume, un estratto con la prefazione di Tessa Dick e, infine, l’intervista alla stessa a cura di Claudio Fallani.

Roberto Azzara

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La mia vita con Philip Kindred DickTessa, la quinta moglie dello scrittore statunitense, racconta con una prospettiva inedita il periodo più misterioso e significativo di Philip Dick, quello dell’anamnesi. Questo volume non è la solita biografia, piuttosto ha l’ambizione di rivelare gli eventi vissuti dalla coppia da un punto di vista privilegiato. Possiamo definire l’opera di Tessa come una raccolta di ricordi, spesso non ordinata cronologicamente, dove la scrittrice statunitense si divide tra il ruolo di moglie, madre e amante.

La mia vita con Philip Kindred Dick è uno scambio di aneddoti e confidenze su quello che definiamo uno dei filosofi più arguti dell’epoca moderna. Perché è di filosofia, politica ed emozioni umane, prima ancora che di fantascienza, che Dick racconta. Di un universo irrazionale in cui il bene e il male, pur non avendo un confine definito, lottano inequivocabilmente tra loro, e dove l’uomo – spesso meno umano di un androide – è in eterna lotta con se stesso e alle prese con un’entropia che tutto assorbe e divora.

Dalla prefazione di Tessa Dick

“A titolo di premessa, io sono la quarta moglie di Philip K. Dick, a seconda del fatto che si conti o meno la prima. Lui non ne teneva conto perché quel matrimonio durò solo un paio di mesi. A prescindere da questo conteggio, comunque, io sono la sua ultima moglie. Ho partecipato alla creazione di molti dei suoi ultimi lavori, e ho imparato molto da lui. Ero presente durante la sua esperienza visionaria del 1974, e ho collaborato con lui nel cercare di spiegarla e di comprenderla. Ho avuto il grande onore e il privilegio di passare dieci anni con quel genio. Sono stati gli ultimi dieci anni della sua vita.

Le tre lettere PKD hanno dato modo ai lettori delle opere di Philip K. Dick di identificarsi e riconoscersi a vicenda. Le iniziali del suo nome ispirano ammirazione tra i fan e ridicolo tra i detrattori. Phil era un genio patentato. Quando era bambino, la madre lo inserì in uno studio sociologico per plusdotati e a 18 anni ne uscì di sua volontà perché voleva essere lasciato in pace. Tuttavia, i ricercatori hanno seguito l’evolversi della sua carriera. […]

Quando mio marito iniziò ad avere visioni nel febbraio del 1974, si sospettò di piccoli ictus o colpi apoplettici causati dalla ipertensione che Phil non teneva sotto controllo. A un certo punto fu ricoverato in ospedale per dieci giorni in modo che i medici potessero seguire da vicino la sua pressione sanguigna, mentre mettevano a punto una terapia. I problemi di pressione potevano spiegare i lampi di luce brillante che Phil vedeva, ma di certo non il contenuto delle sue esperienze visionarie. Io ero lì, e so che lui non abusava di alcuna sostanza stupefacente, così quella teoria è esclusa. “Sono pazzo?”, si chiedeva spesso. Io gli assicuravo che non c’era nulla di strano nel sentire messaggi da parte di Dio… Almeno finché Dio non gli avesse detto di spogliarsi nudo in aeroporto.

Quando iniziò a parlarmi di Firebright, in effetti vidi anch’io una lucina blu che mi ricordava Campanellino, la fatina di Peter Pan. Non era un’allucinazione, ma un visitatore proveniente da un’altra dimensione. Forse era Chi (una parola cinese più o meno equivalente a forza vitale) o forse erano fulmini globulari, ma a volte, quando eravamo in una stanza buia, potevamo toccare Firebright con le nostre mani e passarcelo avanti e indietro come una pallina di gomma. Phil congiungeva le mani, io lo imitavo, e ci concentravamo entrambi sul Chi raccolto nelle nostri palmi, e per un po’ ha funzionato davvero. Forse si penserà che l’abbiamo solo immaginato. Chissà? Io credo che Firebright fosse reale. […] La parte probabilmente più interessante di quell’esperienza è che alcune persone si presentarono a Phil definendosi viaggiatori del tempo. Dicevano che qualcuno aveva cambiato la storia, che a loro questo non piaceva, e che stavano tentando di riparare la nostra timeline per creare un futuro più ospitale per loro stessi.”

La mia vita con Philip Kindred DickIntervista a Tessa B. Dick

Estratto dell’intervista a Tessa Dick a cura di Claudio Fallani.

Recentemente in Italia è stata pubblicata da Fanucci L’Esegesi a cura di Pamela Jackson e Jonathan Lethem. Il sottotitolo è 2-3-74, una data che tu conosci bene? Vuoi parlarcene?

Era il 2 marzo 1974, ma molte persone si confondono [con il 3 febbraio 1974] poiché gli Europei scrivono nella data prima il giorno poi il mese, mentre gli Americani fanno l’esatto opposto. Secondo Phil, la lettera Xerox arrivò il 2 marzo 1974. Tuttavia, era contento che le persone interpretassero in modo errato la data poiché le sue esperienze iniziarono proprio nel mese di febbraio, quando fu sottoposto a un intervento chirurgico alla bocca.

Vuoi raccontarci un evento di quel periodo che ti ha particolarmente impressionata o emozionata?

Il nostro gatto Pinky scomparve per almeno due mesi, e quando ritornò a casa quasi non lo riconoscevo. Era un gatto di color arancione chiaro, ma quando tornò da noi era quasi bianco. Phil disse che Pinky assomigliava a una pecora.

Secondo Lawrence Sutin in Divine invasioni. La vita di Philip K. Dick, biografia ufficiale edita in Italia da Fanucci Editore, Philip non consumò mai eroina, cocaina o cannabis, ebbe pochissime esperienze con l’LSD, ma assunse anfetamine fin da adolescente per combattere gli attacchi di panico. Di queste fece abuso tra il 1970 e il 1972 in seguito al suo divorzio con Nancy Hackett. Alcuni, quindi, attribuiscono le visioni all’assunzione di quelle droghe. Altri li classificano come eventi psicotici, riferendosi alla diagnosi di una lieve forma di schizofrenia fatta dal suo psichiatra negli anni ’50.  Altri ancora imputano le visioni a una forma di malattia mentale, a epilessia del lobo temporale o ad alcuni micro-infarti che Phil avrebbe avuto in quel periodo. Credi che una di queste spiegazioni possa essere plausibile? Tu come interpreti i fenomeni vissuti da Philip – e in parte anche da te – in quel periodo? Quale pensi potrebbe essere stata la causa?

Phil non abusava di sostanze stupefacenti quando lo conobbi. Quando era giovane, il dottore gli prescrisse anfetamine, ma lui le comprò illegalmente solo una volta da suo cognato. Qualcosa andò storto e quasi morì all’ospedale per un attacco di pancreatite, così successivamente smise di prendere anfetamine. Nei dieci anni che ho conosciuto Phil, l’ho visto una sola volta fumare una sigaretta di marijuana. Altrimenti, lui prendeva solo vitamine e medicine che il suo medico gli indicava. Tuttavia, sono convinta che la medicazione che il dentista gli prescrisse sia stata la scintilla che ha permesso a Phil di esperire del raggio rosa.

Secondo il tuo punto di vista, se fosse vera l’ipotesi secondo la quale le visioni fossero in realtà eventi psicotici, renderebbe meno reali le cose che Philip ha udito o visto in quel periodo? Mi spiego meglio, ciò che non vediamo o comprendiamo, ma che solo alcuni riescono a vedere e a esperire è da classificare necessariamente come oggettivamente falso o come semplice visione?

Il famoso psichiatra Harry Stack Sullivan scoprì una connessione tra malattia mentale e abilità psichiche nei suoi studi sui pazienti afflitti da schizofrenia paranoide. In altre parole, non possiamo segnare una netta distinzione tra malattia mentale ed esperienza visionaria. Solo la persona che fa esperienza dello strano e dell’inusuale può scegliere se continuare a condurre la propria vita normalmente o di perdere la testa.

Ci sono stati degli eventi che hanno confermato che ciò che Philip udiva o vedeva aveva una corrispondenza nel mondo reale? Mi ricordo di aver letto almeno un fatto riguardante vostro figlio Christopher, vuoi raccontarcelo?

Un pomeriggio quando Phil stava riposando, si alzò e mi disse che nostro figlio aveva un’ernia. Christopher l’aveva dalla nascita, ma non lo sapevamo. Mentre mi parlava, Phil appariva in trance e tornò immediatamente a letto. Visitammo il dottore che ci portò da uno specialista e l’intervento fu fissato per tre mesi dopo. Christopher era troppo giovane per affrontare l’operazione in quel momento. Lo specialista ci disse di non far piangere il bambino poiché l’ernia avrebbe potuto mettere a rischio la sua vita. Inutile dire che abbiamo dormito molto poco per tre mesi.

Come è cambiata la vostra vita in seguito a quegli eventi? E quale è stato l’impatto sulla sua opera letteraria?

Phil scrisse Valis con l’intento di dare un senso alle sue esperienze visionarie. Credeva di avere dei nemici, anche se non sapeva chi fossero. Considerando la sua connessione con il Dott. Timothy Leary, Phil aveva ragione. Il Dott. Leary, il ricercatore dell’LSD, scappò dalla prigione in California nel 1970 e la casa di Phil fu saccheggiata nel 1971. Phil cominciò a sospettare di essere spiato, seguito e sorvegliato subito dopo la fuga dalla prigione di Leary, ma non credo che Phil abbia mai fatto questa connessione nella sua testa. La mia vita non è cambiata molto. Ho avuto delle strane esperienze durante la mia vita, e ho cominciato a stancarmi di sentire Phil discutere delle sue. Molto spesso ripeteva le stesse storie, così poteva diventare alquanto noioso. D’altra parte ha elaborato molte speculazioni indagando sulla causa delle sue visioni. L’idea più interessante è stata che qualcuno avesse usato trasmissioni radiofoniche per inviare pensieri e immagini direttamente al suo cervello. Questa potrebbe essere una possibilità.

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La mia vita con Philip Kindred Dick è disponibile nei principali store online, è inoltre possibile richiedere il volume in tutte le librerie tradizionali fornendo il codice ISBN. Tessa Dick – La mia vita con Philip Kindred Dick
Editore Youcanprint
ESC Pubblicazioni 2017
224 pagine
Copertina morbida elaborata da Claudio Fallani e Riccardo Iacono
ISBN 9788892649682
Roberto Azzara
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(Caltagirone, 1970). Grande appassionato di cinema fantastico, all'età di sette anni vide in un semivuoto cinema di paese il capolavoro di Stanley Kubrick “2001: odissea nello spazio”. Seme che è da poco germogliato con la pubblicazione del saggio “La fantascienza cinematografia-La seconda età dell’oro”, suo esordio editoriale. Vive e lavora a Pavia dove, tra le altre cose, gestisce il gruppo Facebook “La biblioteca del cinefilo”, dedicato alle pubblicazioni, cartacee e digitali, che parlano di cinema.

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