LE AVVENTURE DI BLAKE E MORTIMER
By Jove!
Professor Mortimer
Due eroi d’altri tempi
Senza nulla togliere a un medium narrativo di tutto rispetto, dire che Le avventure di Blake e Mortimer è un fumetto è abbastanza riduttivo. Siamo infatti in presenza di una solida saga, un misto di avventura, poliziesco, spionaggio e fantascienza classica che nulla ha da invidiare ai film del Dottor Quatermass e Indiana Jones.
Storie in cui i colpi di scena si susseguono con un ritmo che ritroveremo circa dieci anni dopo nei film di 007, ma anche veri e propri testi letterari con pagine fitte di descrizioni che ci spiegano la teoria della relatività o dei viaggi nel tempo con una dovizia e una precisione che spesso mancano anche in opere di narrativa.
Le tavole di questo fumetto, infatti, sono molto letterarie e ogni evento, pur mostrato con disegni assolutamente splendidi, meticolosi e particolareggiatissimi, è anche raccontato a parole. Contrariamente a molte opere a fumetti dei nostri giorni, la storia non può essere facilmente desunta con una rapida scorsa dei disegni e delle tavole ma deve per forza essere letta per essere capita, al punto che i veri colpi di scena alle volte non sono neanche illustrati ma raccontati dai protagonisti, come nella più pura tradizione letteraria.
L’autore, Jacobs, preparava ogni storia in modo meticoloso e bilanciava la drammaticità degli eventi con un disegno particolarmente solare, lineare e utilizzando colori pastello di una piacevolezza unica. Vi è anche una grande precisione nella documentazione iconografica e di testo. Ogni ambientazione era evidentemente documentata con fotografie o sopralluoghi e le tavole erano frutto di un minuzioso lavoro preparatorio, di disegni di prova e modellini che l’autore costruiva per rendere più verosimile il suo lavoro. Quando i protagonisti leggono il Times, ad esempio, quasi sempre possiamo vederlo ricostruito perfettamente e leggere almeno una parte dell’articolo che li interessa.
Ma la preparazione e l’approfondimento dell’autore e di quelli che ne hanno continuato l’opera dopo la morte, non è solo rivolto al comparto iconografico. Anche il testo e le vicende narrate sono fortemente basate sulla realtà storica, politica e culturale del mondo in cui viviamo. Ad eccezione del primo, pur epico, episodio, che risente ancora di un modo di fare fumetto del periodo precedente (di cui ricorderemo volutamente il capolavoro italiano Saturno contro la Terra i cui primi episodi furono scritti dal nostro Cesare Zavattini). Un fumetto che raccontava epici eventi con lo stile di un kolossal, quasi più attento ai movimenti delle grandi masse di comparse che non allo studio dei personaggi.
Le storie di Blake e Mortimer, da cui sono stati tratti anche dei film di animazione non ancora giunti in Italia, sono dunque scritte con cura, e rivelano facilmente le proprie radici: dalle avventure di Flash Gordon , ai più solidi Verne e Wells, con atmosfere che ricordano anche la fantascienza tipica dei b-movie degli anni ’50 pur possedendo un’eleganza, una congruenza e una ricchezza narrativa che quei film non potevano permettersi. Insomma, un’epopea narrativa che può a degno titolo entrare a far parte della storia della fantascienza europea.
Edgar Félix Pierre Jacobs nasce in Belgio, a Bruxelles, il 30 marzo 1904 ed è considerato uno dei padri fondatori del fumetto europeo e uno dei maestri della scuola detta della ligne claire (un disegno cioè molto netto e privo di chiaroscuri) del panorama franco-belga. Frequenta l’Accademia reale di belle arti di Bruxelles e si diploma al Conservatorio. Sarà Hergé ha inserirlo nel team di una delle più gloriose testate del mondo del fumetto, quella Tintin che prende appunto il nome dal famoso personaggio. Per l’ormai preziosissimo n° 1 di questa rivista, nel 1946, Jacobs crea appunto Blake et Mortimer per il desiderio di mischiare le avventure di fantascienza con il genere poliziesco.
I visi di Blake e Mortimer sono ispirati da due suoi grandi amici: Jacques Laudy e Jacques Van Melkebeke. Al terribile cattivo Olrik, invece, darà la sua stessa fisionomia. Lavorerà ai suoi personaggi fino al 1972 realizzando soltanto otto avventure, proprio per la cura che dedica a ognuna delle storie. L’ultima, Les Trois Formules du professeur Satō, rimasta incompleta a causa di un serio intervento chirurgico che gli impedì di riprendere il lavoro (Jacobs morì a Bois des Pauvres, in Belgio, il 20 febbraio 1987), sarà completata in base a sue istruzioni, da Bob De Moor (che tenderà a riportare il disegno alla linea chiara dei primi tempi) e pubblicata soltanto alla fine degli anni Ottanta. Da allora molti validi disegnatori e soggettisti continuano le avventure di questi personaggi, a volte tornando indietro nella linea narrativa per mostrarci cosa era avvenuto tra una storia di Jacobs e l’altra.
Il professor Philip Edgard Angus Mortimer, i cui tratti distintivi sono capelli rossicci, barba, un eterno papillon e la pipa costantemente in bocca, è uno scienziato nucleare di origine scozzese ma nato in India. Dopo gli studi alla Allen School di Glasgow, Mortimer decide di seguire gli studi scientifici divenendo in seguito famoso come fisico nucleare, biologo molecolare, e soprattutto progettista di un’incredibile macchina volante. La sua natura eclettica gli vale la stima di tutto il mondo scientifico e lo porta a essere direttore di progetti che spesso esulano dalla sua specifica competenza. È inoltre conosciuta la sua passione per l’archeologia, che gli permette di accedere anche agli eminenti studiosi di quel settore. Mortimer vive a Londra in una grande casa sita al 22 di Park Lane; casa che condivide con un grande amico, il Capitano Francis Percy Blake.
Blake è un bel tipo biondo, vagamente somigliante all’attore David Niven, con il quale ha certamente molto in comune. Figlio di un colonnello dei Royal Walsh Fusilier, Blake, dopo gli studi a Eaton, decide di intraprendere la carriera militare. Una carriera che partendo dallo Staff College della Royal Air Force, lo porterà rapidamente agli alti vertici dei Servizi Segreti Inglesi nel famoso MI5.
Misogini senza sospetto, così come tutti gli eroi di quell’epoca, Blake e Mortimer vivono avventure ambientate a partire dagli anni ‘50, un periodo storico apparentemente più semplice di quello attuale. I primi episodi delle avventure di Blake e Mortimer, infatti, sono impregnati di una cultura di puro conservatorismo molto old England (comprese le caratterizzazioni dei personaggi, le abitudini e le espressioni ricorrenti) che non nasconde la propria diffidenza per i regimi comunisti di quel periodo. Era difficile allora essere diversi e restare nell’ambito del mondo editoriale ufficiale.
Col passare degli anni le idee dell’autore si sono mitigate e oggi i suoi successori hanno fatto assumere a Mortimer molte precise posizioni contro la prevaricazione e l’apartheid, contro la dittatura sotto tutte le sue forme e persino contro l’isolazionismo inglese che rischia di escludere quel paese dall’Unione Europea.
Le avventure dei due eroi spaziano davvero tanto. Ci sono tutti gli stilemi della fantascienza, i viaggi nel tempo, gli alieni, le invenzione diaboliche, ma anche la fanta-archeologia, il poliziesco, l’avventura, lo spionaggio, temi spesso validamente intrecciati tra loro.
I volumi sono stati tutti tradotti in italiano e sono facilmente reperibili.
Se non conoscente questo fumetto fatevi un regalo e acquistatelo!
Giorgio Sangiorgi
Sangiorgi lavora e vive a Bologna. Dopo un esordio nel campo del fumetto, ha vinto alcuni premi letterari locali per poi diventare uno degli autori e dei saggisti della Perseo Libri Il suo libro "La foresta dei sogni perduti" ha avuto un buon successo di pubblico. Ora pubblica quasi esclusivamente in digitale e alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in Francia e Spagna.
Essenziale e completo. Bell’articolo!
Colleziono i fumetti di B&M dai tempi in cui erano editi dalla Gandus la stessa che pubblicava quelli di Tintin e ne sono sempre stato un grande ammiratore e fan.
Jacob era avanti anni luce quando ha scritto certi racconti … cose che solo oggi riusciamo a comprendere meglio grazie all’evoluzione della scienza su certi argomenti, direi quasi un visionario che non ha vuto il successo che avrebbe meritato, restando, purtroppo, solo un “prodotto” di nicchia