THE ABYSS (1989)
Con Terminator (1984) James Cameron mise in pratica la lezione di Carpenter su come realizzare un robusto film d’azione con pochi mezzi. Con Carpenter il regista canadese aveva, nel 1981, lavorato agli effetti speciali di 1997 – Fuga da New York. Qualche anno dopo, avendo già sperimentato il grosso budget con Aliens – Scontro finale (Aliens, 1986), dimostrò di aver recepito anche gli insegnamenti di colui che all’epoca era considerato la massima espressione del cinema spettacolare, Steven Spielberg, girando The Abyss, una pellicola che s’inserisce nella falsariga tracciata da Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Il film è un kolossal ambientato in un gigantesco laboratorio sottomarino per la ricerca del petrolio situato a 80 miglia da Cuba. Il personale della base è incaricato di soccorrere un sommergibile militare che trasporta una testata nucleare, affondato in un abisso nelle vicinanze. I militari giungono quindi sulla piattaforma portando con loro il progettista della struttura, Lindsay Brigman (Mary Elizabeth Mastrantonio), ex-moglie del capo degli operai Bud Brigman (Ed Harris). La convivenza tra militari e personale civile non sarà facile, come anche quella degli ex-coniugi. In questo contesto s’inseriscono le apparizioni di strani esseri alieni apparentemente pacifici, anche se questa, come al solito, non è l’opinione dei militari.
L’ambiente dove si svolge l’azione, come detto, sono le profondità marine, che sostituiscono in modo decisamente appropriato gli abissi dello spazio profondo. Emblematica la tagline del film: «Un posto sulla Terra più impressionante di qualsiasi altro nello spazio».
L’opera è, come scritto sopra, una sorta di versione subacquea del seminale e già citato film di Spielberg, da cui riprende gli alieni visti come creature angeliche. Gli esseri, comunque, si fanno vedere poco, lasciando in primo piano le dinamiche conflittuali dei protagonisti. L’attrito tra scienziati e militari che si sviluppa in seguito all’incontro con gli alieni in un ambiente isolato dal resto del mondo, rimanda al classico di Hawks/Niby La cosa da un altro mondo (The Thing from Another World, 1951), anche se stavolta gli extraterrestri non sono ostili.
Altra fonte d’ispirazione evidente è un altro classico della fantascienza, Ultimatum alla Terra (The Day the Earth Stood Still, 1952) di Robert Wise, soprattutto per il messaggio rivolto ai terrestri su cosa ne sarà dell’umanità se continuerà a vivere in modo sconsiderato. La scena dove questo messaggio è esplicitato era però assente nella versione cinematografica ed è stata in seguito ripristinata nell’edizione in Dvd, curata dallo stesso Cameron.
Come altri lavori del regista, il film mostra un ulteriore progresso nella tecnica degli effetti speciali (premiati con l’Oscar), soprattutto nelle sequenze del serpente costituito d’acqua usato dagli alieni per comunicare con gli umani. Fu uno dei primi sofisticati utilizzi del morphing integrato a sequenze realistiche. Gli alieni veri e propri furono invece disegnati dal famoso fumettista e illustratore francese Moebius. L’incredibile mondo sommerso è stato ricreato all’interno di una centrale nucleare dismessa dall’art director Leslie Dilley, visto all’opera anche in Guerre stellari, Alien e Superman.
Nonostante lo spiegamento di mezzi, The Abyss non ottenne, ingenerosamente, un gran successo di pubblico e di critica, probabilmente perché discontinuo ed eccessivamente lungo, ma rimane uno dei migliori film del genere del periodo.
Cresciuto nella fucina di talenti di Roger Corman (vulcanico produttore americano cui si deve l’esordio cinematografico di cineasti del calibro di Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Jonathan Demme, solo per citarne alcuni), James Cameron, come il ben più prolifico collega Steven Spielberg, ha un’idea del cinema come espressione del meraviglioso. Ovviamente la fantascienza è il principale genere di riferimento dove declinare quest’idea. Degli otto film realizzati finora, ben sei appartengono al genere fantastico: Piraña paura (Piranha Part Two: The Spawning, 1981); Terminator (The Terminator, 1984), Aliens – Scontro finale (Aliens, 1986), Terminator 2 – Il giorno del giudizio (Terminator 2: Judgment Day, 1991) e Avatar (2009), oltre, ovviamente, questo The Abyss.
A scorrere i titoli si può notare come a ogni film il budget sia stato sempre maggiore, come crescente è stata la quantità e la qualità degli effetti speciali. In pratica i suoi lavori hanno segnato, di volta in volta, un ulteriore passo nelle possibilità degli effetti speciali. Un vero e proprio marchio di fabbrica del regista che proprio come tecnico tuttofare in quest’ambito aveva esordito al cinema. Non è quindi un caso che molti suoi film abbiano vinto diversi Premi tecnici.
The Abyss
(Id., USA 1989, 146’, C)
Regia di James Cameron.
Sceneggiatura di James Cameron.
Con Ed Harris (Virgil Bud Brigman), Mary Elizabeth Mastrantonio (Lindsey Brigman), Michael Biehn (Ten. Hiram Coffey), Leo Burmester (Cat De Vries), Todd Graff (Alan Hippy), John Bedford Lloyd (Jammer), J.C. Quinn (Arliss Sonny).
Estratto da La fantascienza cinematografica.
La seconda età dell’oro
Illustrazione di Roberta Guardascione
Roberto Azzara
(Caltagirone, 1970). Grande appassionato di cinema fantastico, all'età di sette anni vide in un semivuoto cinema di paese il capolavoro di Stanley Kubrick “2001: odissea nello spazio”. Seme che è da poco germogliato con la pubblicazione del saggio “La fantascienza cinematografia-La seconda età dell’oro”, suo esordio editoriale. Vive e lavora a Pavia dove, tra le altre cose, gestisce il gruppo Facebook “La biblioteca del cinefilo”, dedicato alle pubblicazioni, cartacee e digitali, che parlano di cinema.