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CINQUANT’ANNI SULLA LUNA

CINQUANT’ANNI SULLA LUNA
Il 21 Luglio 1969, il mondo intero guardava rapito e meravigliato un uomo posare il proprio piede sulla Luna… ma non era il primo. Alcuni decenni prima che Neil Armstrong fosse nato, le platee cinematografiche assaporavano le avventure di astronauti sul suolo “selenita”. Letteralmente, in dozzine di film, sin dall’inizio del XX secolo, uno strano assortimento di viaggiatori si sono ritrovati sul nostro satellite a guardare la lontana Terra.

Molte grandi civiltà del passato, a cominciare da quella egizia, per motivi religiosi o semplicemente per sete di conoscenza si dedicarono allo studio degli astri, creando le basi per la moderna astronomia e le successive scoperte di Copernico, Keplero e Galileo e di quanti in seguito avrebbero proseguito le loro ricerche. Ma al di là dello studio di stelle e pianeti, fin dai primordi della civiltà ci fu chi, sulle ali della fantasia, immaginò anche di andare materialmente su quei corpi celesti, dando connotazioni estremamente immaginifiche a quei mondi e ai loro abitanti. Uno dei primi – se non il primo – a immaginare un simile viaggio fu lo scrittore greco Luciano di Samosata, vissuto approssimativamente tra il 120 e il 180 d.C.
Nella sua Storia Vera, narrata in prima persona, imbastisce uno dei più bizzarri e fantasiosi racconti mai scritti precorrendo, per certi versi, la moderna fantascienza; racconta di aver oltrepassato le colonne d’Ercole, trasportato dai venti sulla Luna, di aver partecipato alla guerra tra Lunari e Solari, di cui descrive usi e costumi. Un altro episodio del genere è narrato da Ludovico Ariosto nel canto XXXIV dell’Orlando furioso: si tratta del viaggio di Astolfo sulla Luna per recuperare il senno di Orlando. Astolfo, in compagnia di San Giovanni Evangelista, sale nel mondo della Luna a bordo del carro del profeta Elia.

Alcuni registi hanno usato il viaggio sulla Luna come semplice background per raccontare storie completamente diverse, mentre altri si sono sforzati di descriverlo con accuratezza scientifica; con risultati più o meno brillanti.

Sessantasei anni prima dell’Apollo 11, l’ingegnoso regista francese George Méliès realizzò il suo classico Viaggio sulla Luna (Le Voyage dans La Lune, 1902) e, comunque ancor prima al teatro, sempre con Il tema del viaggio fantastico sulla Luna era presente già a fine Ottocento, con “Le Voyage dans la Lune”, operetta di J. Offenbach, e negli spettacoli di fiera.
Tornando a Méliès, questo film, colorato a mano e dalla durata di quindici minuti (281 metri di pellicola), era basato su due opere letterarie fantastiche: Dalla Terra alla Luna di Jules Verne e Primi uomini sulla Luna  di Herbert George Wells.
Méliès rappresentava il viaggio spaziale come un semplice esercizio di balistica; puntare un cannone (secondo Verne lungo trecento metri e largo tre) verso la Luna e premere il grilletto. Qui i nascenti astronauti fanno incontro con gli “indigeni”, descritti nel romanzo di Wells con teste da uccello e corpi da insetto. Questi alieni erano interpretati da giocolieri e acrobati delle Folies Bergers.
Sebbene il lato fantastico domini chiaramente questo primo esempio cinematografico, il film contiene una verità scientifica largamente sottovalutata e quindi scartata dalle successive generazioni di pellicole: il viaggio di ritorno della navicella-proiettile termina infatti con uno splashdown e un recupero navale.

Altro adattamento dell’omonimo libro di H.G. Wells è l’inglese ” First Men in the Moon“(1919) di J.L.V. Leigh: ambientato nel 1886. Nella storia di un eccentrico scienziato inglese che organizza il primo volo, si cela la speranza umana di incontrare i seleniti, ribadita nel remake, quasi un appello, “Base Luna chiama Terra“(1964). In entrambe le pellicole i primi esploratori sbarcati scoprono tracce di una precedente spedizione avvenuta intorno al 1899, a coronamento delle aspettative di fine secolo

Nel 1928 quando ormai si contano quindici cortometraggi muti che si occupano di viaggi verso il nostro satellite naturale, il regista tedesco Fritz Lang, reduce dal successo del suo Metropolis, si cimenta in Una Donna sulla Luna (Die frau Im Mond, 1928), suo ultimo film muto. Lang, oltre alla regia, curò anche la sceneggiatura insieme a Thea Von Harbou, sua moglie e collaboratrice anche per Metropolis.
Il film si segnala per la strettissima scientificità dell’astronave e per la preparazione al volo. Lang si assicurò la collaborazione dello scienziato Herman Oberth, considerato il padre dell’astronautica grazie al suo trattato matematico sulla navigazione spaziale mediante il motore a razzo (Die rakete Im raumfahrt).
Per la promozione del film, presentato il 15 ottobre 1929, era previsto il lancio di un razzo verso le stelle, un evento poi annullato. L’influenza di Méliès è ancora presente, concependo un’atmosfera respirabile sulla superficie lunare, concetto già riconosciuto inesatto a quell’epoca.

Dopo la seconda guerra mondiale e i suoi massacri, la Guerra Fredda dà un nuovo impulso a studi e ricerche su aerei a reazione e razzi per impiego bellico. Mentre si studiano vettori di armi atomiche sempre più micidiali proseguono anche gli studi verso fantasiose astronavi volte alla conquista dello spazio. Inevitabilmente, questi studi influenzano le nuove e vecchie leve degli scrittori di fantascienza che sfornano sempre più racconti e romanzi sul tema dell’esplorazione spaziale, che a partire dal 1952 raggiungeranno gli appassionati italiani sulle pagine di Urania, una nuova rivista che avrà grandissima fama e fortuna negli anni a venire.

Ancora di H.G. Wells, stavolta anche soggettista e sceneggiatore, l’idea del film Vita Futura o Nel 2000 Guerra o Pace (Things to come -1936), ambientata tra il 1940 e il 2036: la Luna appare solo nelle scene finali, dopo che la guerra ha devastato la Terra, quale approdo per la nuova rinascita. Fu uno dei più grossi sforzi produttivi del cinema britannico negli anni Trenta, una replica al tedesco “Metropolis”, premiato da un grande successo di pubblico

E mentre alla base di Edwards in California piloti come Chuck Yeager, Scott Crossfield e Joe Walker sviluppano gli aerei X che, a suon di record di velocità e altitudine, avvicinando sempre più l’uomo allo spazio esterno, il cinema e la letteratura di fantascienza non sono da meno nell’intraprendere viaggi sempre più arditi e immaginifici verso avventure ai limiti del concepibile.

Negli anni Cinquanta è tutto un fiorire di pellicole di fantascienza che si alimentano del filone dei mostri preistorici e delle invasioni extraterrestri (è del 1947 l’avvistamento Ufo da parte del pilota statunitense Kenneth Arnold che dà il via alla moderna ufologia), ma anche del nuovo filone dei viaggi umani nello spazio, pur se affrontato con un semplicismo e un’ingenuità che a volte rasentano il ridicolo.
Uno dei più seri tentativi di rappresentare un accurato viaggio lunare prima dell’Epoca Spaziale è certamente Uomini sulla Luna (Destination Moon – 1950) prodotto da George Pal. Il film è basato su di un romanzo destinato al pubblico giovanile, Rocket Ship Galileo (1948) di Robert A. Heinlen.
Lo stesso autore ne curò la sceneggiatura insieme a Duke Goldestone. Le matte painting furono disegnate da Chesley Bonestell, mentre le scenografie vennero create da Ernest Fetge.
Uomini sulla Luna ha il merito di aver introdotto il pubblico americano alla corretta terminologia dei viaggi spaziali con le sue nozioni di meccanica celeste e gravità zero.

RXM Destinazione Luna (Rocketship X-M, 1950) fu il primo film di fantascienza a subire le influenze “scientifiche” dei film di Pal. Pur sfruttando l’onda del successo di Uomini Sulla Luna, il film di Kurt Newman interessa solo marginalmente il nostro satellite. Il razzo X-M, destinato alla prima missione lunare umana, viene deviato dalla sua rotta da un meteorite e i protagonisti del racconto si ritrovano quindi in viaggio verso Marte, dove scoprono i resti di una civiltà distrutta da una guerra nucleare.

Nel 1951, arriva in Italia I Conquistatori della Luna di Fred C. Brannon, uno spin-off del serial Radar Man, sulle avventure di un uomo dotato di una particolare tuta che gli permette di volare. Dallo stesso serial fu tratto un film dal titolo Retik, the Moon menace (1966): il titolo esprime le ansie del tempo quando dallo spazio venivano minacce da cui difendersi alludendo alla guerra fredda di quegli anni, peraltro combattuta attraverso la supremazia spaziale.

Dalla stessa casa di produzione, la Lippert, nel 1953 viene distribuito Project Moonbase. La storia presenta una visione del viaggio lunare molto vicina alla realtà; un veicolo multistadio si innalza dalla Terra e raggiunge una stazione spaziale orbitante. Da qui un veicolo non aerodinamico (molto simile al L.E.M.) si distacca per una missione di rilevamento topografico della superficie lunare. L’unica previsione palesemente disattesa era quella di un presidente degli Stati Uniti donna nel 1970. Questa pellicola, fino a non molti anni fa pressoché introvabile, venne letteralmente costruita come primo episodio di una serie televisiva invenduta, Ring around the Moon. La sceneggiatura è firmata da R. A. Heinlein e Jack Seaman, mentre la regia è di Richard Talmadge, già noto stuntman.

Gli anni cinquanta portano ad una serie di produzioni informative sullo spazio ed ecco quindi apparire diversi cortometraggi incentrati sulla Luna come Flight To The Moon, un film russo di soli sette minuti o Man And The Moon, americano che presenta scene e personaggi reali misti ad animazione per una durata di una ventina di minuti. Con Cat Women of the Moon noto anche come Rocket to the Moon, uscito poi in Italia solamente in dvd con il titolo Quei Fantastici Pazzi Volanti di Arthur Hilton, si inaugura la dimensione affascinante con una Luna popolata da belle selenite alla “Barbarella”.

Nel 1956 appare sugli schermi, in Italia, Totò nella Luna, una farsa demenziale diretta da Steno con la partecipazione di Ugo Tognazzi, Sylvia Koscina, Luciano Salce e Sandra Milo.
Totò interpreta un editore che decide di inviare nello spazio il suo fattorino speciale (Ugo Tognazzi) perché ha nel sangue il glumonio, una sostanza che lo rende idoneo per i voli. La sceneggiatura di Ettore Scola cita L’invasione degli ultracorpi, quando allude alle entità aliene che vogliono impedire i voli spaziali.

Totò nella Luna (Cinquant'anni sulla Luna, di Marco Ambrosio)

Una dimensione sexy che viene ripresa da Missili sulla Luna (1958) di Edward Cahn per allietare lo scenario incupito da ragni giganti nelle caverne.

Nel successivo decennio, quello dello sbarco sulla Luna, il contemporaneo progredire delle vere esplorazioni spaziali fa sì che i nuovi film si sforzino – pur nella ricerca di spettacolarità e sense of wonder – di essere più tecnicamente e scientificamente adeguati alle nuove scoperte e alle nuove tecnologie e, vista la popolarità che la corsa allo spazio sta riscuotendo in tutto il mondo, non sorprende che anche un altro fenomeno esploso cinematograficamente in quegli anni, l’agente segreto James Bond 007, abbia a che fare con missili e astronauti in alcuni dei suoi film.

Ma parlando di sogno spaziale al cinema e in Tv non si può omettere di citare Star Trek, la cui programmazione iniziò negli anni Sessanta, proprio nel pieno della corsa allo spazio.
Dilungarsi su Star Trek e la sua importanza nell’ambito del sogno spaziale sembra quasi inutile, vista la sua popolarità a livello planetario. Vale però la pena di sottolineare come molti professionisti nel campo della ricerca spaziale e astronomica abbiano dichiarato di aver scelto gli studi e la professione che avrebbero intrapreso nella vita proprio a seguito dell’impronta lasciata in loro dalla visione di questo telefilm E si può aggiungere un’altra notazione curiosa, riguardante l’intreccio tra Star Trek e l’avventura spaziale umana. Non tutti sanno, infatti, che l’attrice Nichelle Nichols, interprete del personaggio del Tenente Uhura nella Serie Classica di Star Trek, e da sempre interessata all’esplorazione dello spazio, è stata tra gli anni Settanta e Ottanta al servizio della Nasa come consulente per il reclutamento di nuovi candidati astronauti.

Nel 1960, appare sugli schermi americani 12 to the Moon di David Bradle, pellicola su una spedizione terrestre che giunge sulla Luna e, dopo, molte traversie, raggiunge un gruppo di caverne dove vive un popolo deciso a distruggere la Terra.

La Walt Disney, nel 1962 realizza Un tipo lunatico (Moon pilot) tratto dal serial televisivo di Robert Muckner per la regia di James Neilson.

Nel 1964 viene realizzata una co-produzione anglo-americana, nella tradizione di George Méliès, Base Luna Chiama Terra (First men In the Moon) con il rimarchevole lavoro di Ray Harryhausen agli effetti speciali, e di Nigel Kneale (il creatore della serie radio-cine-televisiva Quatermass) come co-sceneggiatore insieme a Jan Read.

Anche i viaggi alla Luna incontrano la commedia e non solo involontaria, con Stazione Luna (Way…Way Out – 1966) interpretato da Jerry Lewis diretto da Gordon Douglas.

Basato sul romanzo The Philgrim Project di Hank Series, Conto alla Rovescia (Countdown, 1968) si rivela un’opera dai grandi risvolti psico-sociologici grazie anche alla regia di un giovane Robert Altman. Bocciato dai critici americani, questo film conserva il fascino tecnologico e pionieristico celebrato da Uomini Veri. Il film subì dei cambiamenti nel montaggio dopo la prima distribuzione, in netto contrasto con i desideri del regista.

Sebbene 2001 Odissea nello Spazio non mostri il primo passo dell’uomo sulla Luna, è il primo film a presentare un insediamento umano stabile e fortemente realistico nella sua concezione. Concepito per le sue scene lunari sulle bozze e modelli suggeriti dalla Nasa, la pellicola di Stanley Kubrick resterà nella storia del cinema come un assoluto e ineguagliato punto di riferimento scientifico e poetico
Un film indimenticabile, che unisce l’arte dei suoni e dei colori (colonna sonora, fotografia e scenografie) a una verosimiglianza tecnica che lascia senza parole lo spettatore. Si racconta che il cosmonauta Leonov, reduce dal suo volo spaziale a bordo della capsula Voskhod, visto il film abbia detto: “Ora sono stato nello spazio due volte”.
Clarke, nominato baronetto dalla regina Elisabetta II nel 2000 (scrittore di fantascienza e scienziato, noto ai più proprio per il suo romanzo 2001: Odissea nello spazio, ispirato dal racconto breve La sentinella dello stesso Clarke), è in realtà scritto contemporaneamente alla sceneggiatura del film di Kubrick. Ha al suo attivo una produzione letteraria assai estesa, in cui è riuscito a trasporre in narrativa le idee scientifiche alla base dei suoi studi, e ha avuto l’onore di vedersi dedicato un asteroide (4923 Clarke), oltre a ricevere numerosi premi per la divulgazione scientifica.
La sua “fantascienza” si colloca nel filone “hard” o “classico”, dato che una caratteristica saliente dei suoi romanzi è l’attenzione per la verosimiglianza scientifica. Il suo più importante contributo scientifico può sicuramente considerarsi l’idea che i satelliti geostazionari costituiscano il sistema ideale per le telecomunicazioni: con notevole lungimiranza propose infatti questo concetto in un articolo scientifico pubblicato nel 1945. E proprio in omaggio a questo contributo concettuale l’orbita geostazionaria fu denominata – ed è nota ancora oggi in questi termini – come “orbita Clarke”.

Esattamente l’opposto di Base Luna Zero Due (Moon Zero Two – 1969) di Roy Ward Baker. Unico incontro fantascientifico, a tutto tondo, della famosa casa di produzione Inglese Hammer. Qui tutte le leggi della fisica sono completamente ignorate: sparatorie con revolver e altre amenità del genere accompagnano i nostri avventurieri nella loro missione di recupero di un asteroide diamantifero.

Da allora in poi la tecnologia applicata al cinema ha fatto passi da gigante – a cominciare dalla digitalizzazione dell’immagine, che ha istantaneamente relegato in soffitta i modellini utilizzati in precedenza per realizzare i film di fantascienza – e, restando nell’ambito che qui interessa, ci ha regalato pellicole memorabili, come  Uomini Veri (tratto dal bestseller di Tom Wolfe, The right stuff, dedicato alla storia del primo gruppo di astronauti americani), diretto da Philip Kaufman nel 1983 e Apollo 13, diretto da Ron Howard e tratto dal libro Lost Moon di Jim Lovell, nel 1995.
Ma la poesia insita nelle splendide immagini di 2001: Odissea nello spazio resta ineguagliata.

Dopo che l’uomo è giunto realmente sulla Luna, quest’ultima, per certi versi, ha perso il suo fascino. Dopo il 1970 la Luna è stata pressoché abbandonata dal cinema, diventando territorio di conquista della televisione con egregi prodotti quali UFO e Spazio 1999.

I primi anni Settanta vedono il successo televisivo di U.F.O. e del comandante Straker che dalla Luna, base della S.H.A.D.O, ordina gli attacchi ai rotori alieni che rapiscono i terrestri per usare i loro organi a scopo di trapianto. Uscirono dei sequel cinematografici: UFO Distruggete base Luna, UFO: Allarme Rosso attacco alla Terra, UFO: Annientate Shado,Uccidete Straker. Il protagonista Ed Bishop (Straker) si era segnalato in Mani sulla Luna (Mouse on the Moon, 1962) di Richard Lester, una commedia british che attribuiva agli abitanti di un oscuro e piccolo staterello il primo sbarco, grazie a un razzo con uno speciale vino fermentato come propellente, al posto di russi e americani.

Le incursioni del cinema sono tornate all’ormai familiare satellite solo per un ulteriore demitizzazione: è il caso di Superman II e IV dove la Luna è utilizzata come semplice sfondo a scene di combattimento e nel thriller Assassinio sulla Luna (1989) di Michael Lindsy-Hogg, storia di un’indagine svolta da un maggiore americano che deve risolvere il caso della morte di un astronauta su una base lunare sovietica presa in affitto dagli americani…

L’ultima trasformazione dell’immagine “Luna” è del 1989 con il film italo-inglese Il Barone di Munchausen di Terry Gillian, quasi a completare simbolicamente la chiusura, ad anello, di un ciclo evolutivo che raggiunge il massimo nel 1996 con Indipendence Day, di Roland Emmerich, dove le inamovibili impronte dell’uomo sulla Luna vengono cancellate dall’immenso disco alieno, quasi a sancire l’appartenenza dell’astro, e della Terra stessa, alla razza aliena. O a sottolineare la cosiddetta teoria del complotto sull’avvenuto o no sbarco lunare, nell’ormai lontano 1969, rappresentata in Capricorn One (id. -1978), di Peter Hyams.

Sempre del 1989 è Tramonto di un Eroe (Beyond the Stars – Personal Choice)

Quando, nel 1969, l’uomo pose piede sulla Luna pose anche la fine del programma spaziale. Seguirono altri lanci, altre orme umane si impressero sul suolo del nostro satellite, ma la spinta politica che aveva fatto sì che ci fosse una sorta di gara tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti per raggiungere il suolo del nostro satellite, non aveva più ragione di essere. Parole retoriche e false furono spese per commemorare quello storico giorno ma, purtroppo, la verità è e resta solo una: non fu il desiderio di sapere e di conoscere che portò l’uomo nello spazio, ma solo una stupida, infantile e assurda rivalsa per poter dichiarare agli occhi del mondo: «Noi siamo stati i primi.».

 (Cinquant'anni sulla Luna, di Marco Ambrosio)

E così la conquista spaziale passò in secondo piano, i fondi furono sprecati o demandati ad altri scopi, non ultimi le spese per l’armamento militare. Restano ancora lassù le impronte degli astronauti, i nostri sogni e le nostre delusioni.

Una delle ultime realizzazioni televisive però esalta la corsa alla conquista dello spazio: Dalla Terra alla Luna, una serie televisiva di dieci episodi, coglie in pieno lo spirito dell’avventura che avvolse, se si può dire, il mondo intero in quei lontani fine anni Sessanta. Particolarissimo l’ultimo episodio dove lo spettatore si ritrova nella lontana, nel tempo, Parigi ad assistere alla realizzazione del film di Méliès Il Viaggio sulla Luna.
Infine, nell’anno celebrativo, un immancabile Moon (2009) che esce a luglio in tempo per il quarantennale. Diretto da Duncan Jones ha per protagonista Sam Bell (Sam Rockwell), astronauta spedito sulla base Selene a estrarre l’Helium 3, un prezioso gas che potrebbe risolvere il problema energetico della Terra.

Il cinema non è stato solo un momento di celebrazione dell’avventura, ma ha anche rappresentato i momenti drammatici che l’hanno contraddistinto.

Nonostante i rischi lo spazio è stato anche rappresentato come il luogo di eccellenza del sogno come racconta bene “Cielo d’OttobreOctober Sky, del 1999, di Johnston: un film di formazione adolescenziale alla Stand by me. Ambientato a Coalwood, nel West Virginia, ha per protagonista Horner, un ragazzo destinato a diventare minatore. Ma un giorno il satellite sovietico Sputnik attraversa il cielo d’ottobre e gli cambia la vita. Decide, infatti, con l’aiuto di tre amici di costruire un razzo e lanciarlo nello spazio. È una storia realmente accaduta a Homer Hickman, che oggi fa l’addestratore di astronauti specializzati nelle missioni dello Shuttle.

Il 2010 offre un piacevolissimo Tv-Movie inglese dal titolo The First Men on the Moon. Diretto da Damon Thomas ci presenta una rielaborazione del classico welsiano. Ormai, da anni all’interno dei film vengono inseriti rimandi, easter eggs o camei dedicati a fatti o personaggi. Anche per questa produzione accade. Mentre i personaggi principali si avvicinavano alla Luna, si verifica l’allarme 1202 e Cavor dice “Lo ignorerei”. Questo è un riferimento all’Allarme 1202 che il Lem incontrò quando si avvicinò alla superficie lunare nel 1969.

Nel 2012 un film indipendente, dalle lunghe traversie, appare per brevissimo tempo sui grandi schermi: Iron Sky (Id. 2012) di Timo Vuorensola. Ambientato nel 2018, narra la storia di nazisti che, dopo essere stati sconfitti nel 1945, erano volati sulla Luna dove hanno costruito una flotta di dischi volanti e ora sono pronti a conquistare la Terra. Sempre del 2012 è il film documentario Neil Armstrong: First Man on the Moon, di Duncan Coop e Christopher Riley, interessante raccolta di interviste e filmati sulla vita di Armstrong. Il documentario fu distribuito a dicembre del 2012, pochi giorni dopo che Armstrong lasciò per l’ultima volta il pianeta Terra per la sua più grande avventura.

Arriviamo ai giorni d’oggi. Ormai il mercato cinematografico e televisivo è invaso con film e serial che toccano o sfiorano il nostro caro satellite ma, fra tutti, sicuramente degno da notare e Il Diritto di Contare (Hidden Figures), un film del 2016 diretto da Theodore Melfi. Basato sul libro Hidden Figures: The Story of the African-American Women Who Helped Win the Space Race di Margot Lee Shetterly, il film racconta la storia vera della matematica, scienziata e fisica afroamericana Katherine Johnson, che collaborò con la NASA, sfidando razzismo e sessismo, e tracciando le traiettorie per il Programma Mercury e la missione Apollo 11.

Nel 2015, il presidente Barack Obama ha incluso Katherine Johnson in un elenco di 17 americani che hanno ottenuto la Medaglia Presidenziale della Libertà nel 2015. Il premio lo ha ricevuto il 24 novembre 2015, citata come un esempio pionieristico di donne afro-americane.

Sempre del 2016, come per suggellare sempre più il detto “a volte ritornano” ecco Independence Day Rigenerazione (Independance Day resurgence). Come per il primo capitolo la nostra amata vecchia Terra è nuovamente attaccata dalla seconda orda dei malvagi alieni, in questo episodio il nostro satellite non è più solo sfiorato ma è divenuto abitato e con una base militare operativa

Eccoci al 2018, ad un passo dall’anniversario. Gli schermi ci presentano Il Primo Uomo (First Man), diretto da Damien Chazelle. First Man è il film giusto per prepararsi all’evento, perché racconta molte cose sulla vita di Armstrong e sugli anni di preparazione al suo viaggio verso la Luna e sulla missione Apollo 11. Inizia nel 1961, quando Armstrong volò oltre l’atmosfera pilotando un prototipo di aereo-razzo. Il 1961 è anche l’anno in cui John F. Kennedy fece il notissimo discorso sul perché scegliere di andare sulla Luna entro quel decennio («non perché è una cosa facile, ma perché è difficile»).
First Man fa capire che tipo era Armstrong: un uomo discreto e determinato, tutt’altro che spaccone, segnato da un grave lutto. Fatto molto curioso è che Armstrong era l’astronauta più “odiato” dalla Fallaci, definito “il robot” per la sua freddezza.
First Man non è quindi solo un film di Spazio, è anche un film biografico che racconta bene le figure di Armstrong e di sua moglie Janet. Chazelle ha detto di aver usato per mesi sul set una breve descrizione rubata a Ryan Gosling: un magnifico Armstrong che combatte le sue paure ed i suoi dubbi. La profonda incertezza della riuscita è ciò che traspare nella psicologia e nel comportamento del protagonista, che stringe i denti e continua a lottare, e della sua idea di cosa avrebbe dovuto mostrare il film: «La cucina e la Luna».
“Dopo averlo visto, difficilmente penserete allo stesso modo i viaggi spaziali o la storica passeggiata di Armstrong” ha scritto Owen Gleiberman su Variety. “Saprete molte più cose su quello che successe e su cosa significò e come mai il suo fascino è ancora vivo”.
Il film fa capire la lucida follia dietro all’idea di mandare qualcuno sulla Luna negli anni Sessanta, quando ancora le tv erano in bianco e nero, ed è notevole vedere gli astronauti chiusi in ammassi di ferraglia a schiacciare pulsanti e fare conti con carta e penna. First Man spiega bene, tra le altre cose, tutte le qualità fisiche, mentali e morali richieste per essere un astronauta, in particolare in quegli anni.
Cosa interessante è che Chazelle ha anche detto agli attori quali libri leggere e quali film vedere per prepararsi. Eccone alcuni: Carrying the Fire di Mike Collins, Deke! di Deke Slayton e Michael Cassutt e i film For All Mankind, Moonwalk One e Mission Control: The Unsung Heroes of Apollo.
Purtroppo nessuno pubblicato o distribuito in Italia.

Un film spaziale a tutti gli effetti è quello del regista Damien Chazelle: First man – Il primo uomo è basato sulla biografia autorizzata dalla Nasa scritta da James R. Hansen, First Man: The Life of Neil Armstrong. Ci rende partecipi del processo di preparazione e riuscita del primo allunaggio

First man, Neil Armstrong  (Cinquant'anni sulla Luna, di Marco Ambrosio)

La corsa allo spazio in generale – e alla Luna in particolare – è stata fonte di ispirazione anche in altri ambiti artistici, a cominciare dalla musica.

Si potrebbero, infatti, citare molte canzoni che si rifanno apertamente alla corsa allo spazio, portate al successo da artisti di primissimo piano come Brian Eno, precursore della new age e inventore della musica ambientale (Apollo: Atmospheres & Soundtracks), i Police (Walking on the Moon), i Led Zeppelin (famose le copertine dei loro dischi che ritraggono la band in tuta spaziale come se fosse l’equipaggio di una missione Apollo), Elton John (la sua Rocket Man, ispirata a un racconto di Ray Bradbury, descrive i sentimenti di un astronauta in viaggio verso Marte), i Queen (con la struggente ‘39, che racconta i sentimenti di un astronauta che torna sulla Terra dopo una missione spaziale e non può felicemente ricongiungersi con i suoi cari perché, nonostante sia stato via un solo anno, in virtù del paradosso temporale sul nostro pianeta ne sono trascorsi cento).
Una menzione particolare va fatta per David Bowie, poliedrica figura di artista nella musica e nel cinema, memorabile, tra le altre, la sua interpretazione di un extraterrestre nel film di Nicolas Roeg L’Uomo che Cadde sulla Terra, tratto nel 1976 dall’omonimo romanzo di Walter Tevis. Rimangono giustamente famose molte sue canzoni ispirate allo spazio, come Starman, Life on Mars?, Hallo spaceboy, anche se la più nota è Space Oddity, del 1969, che racconta con un forte impatto emotivo la storia di un astronauta perso nello spazio.

Ma nonostante tutto questo fermento di ripercussioni sulla vita di tutti i giorni (si pensi per esempio alle numerosissime pubblicità realizzate in chiave spaziale e fantascientifica), il sogno che aveva portato l’uomo su un altro corpo celeste si concretizzò solo per un breve attimo nella storia dell’umanità – fra il 1969 e il 1972 – vedendo sei spedizioni, per un totale di dodici uomini, calpestare il suolo lunare e piantarvi la propria bandiera.
Quello che sembrava solo l’avvio di un processo ormai ben consolidato subì infatti una brusca interruzione dopo la missione Apollo 17, quando sull’entusiasmo iniziale di tutta una Nazione ebbero il sopravvento l’appagamento dell’Amministrazione per il successo di prestigio riportato sull’Urss, i costi sempre crescenti del coinvolgimento statunitense nel sud-est asiatico e la falsa impressione dell’opinione pubblica che andare nello spazio fosse ormai soltanto routine. E quanto quell’impressione fosse sbagliata lo hanno dimostrato, nel 1986 e nel 2003, i disastrosi incidenti degli Shuttle Challenger e Columbia.

Dopo decenni in cui l’uomo è tornato nello spazio senza però allontanarsi dall’orbita terrestre, si mettono ora a punto nuovi piani per tornare sulla Luna e andare oltre, fino a Marte.

Il sogno continua

1898 (Francia) 3 minuti B/N muto
IL SOGNO DELL’ASTRONOMO
Regia di George Melies1902 (Francia) 21 minuti B/N (copia colorata a mano) mutoIL VIAGGIO SULLA LUNA
Le Voyage Dans La Lune
Regia di George Melies1909 (Francia) B/N mutoThe Moon-Struck Matador
Regia di Étienne Arnaud1909 (Francia) cortometraggio B/N mutoNEW TRIP TO THE MOON
Le Voyage Dans La Lune
Regia di Segundo De Chomon1916 (USA) (1916) cortometraggio B/N muto

Professor Wiseguy’s Trip to the Moon
Regia di Joseph Cammer
1919 (Inghilterra) B/N muto

FIRST MEN IN THE MOON
Regia di Bruce Gordon
1920 (USA) animazione B/N muto

ALL ABORD FOR A TRIP TO THE MOON
Regia di Max Fleischer
1929 (Germania) 185 minuti B/N muto

UNA DONNA SULLA LUNA
Die Frau Im Mond
Regia di Fritz Lang
1933 (USA) cortometraggio B/N muto

A TRIP TO THE MOON
Regia di Università del Michigan
1936 (Inghilterra) 130 minuti B/N

NEL 2000 GUERRA O PACE? o LA VITA FUTURA
Things To Come
Regia di Villiam Cameron Menzies
1950 (USA) 91 minuti Colori

UOMINI SULLA LUNA
Destination Moon
Regia di George Pal / Irving Pichel
1950 (USA) 78 minuti B/N con Sequenze Colorate

DESTINAZIONE LUNA
Rocketship X-M
Regia di Kurt Neumann

1951 (USA) serial 12 parti B/N
I CONQUISTATORI DELA LUNA
Radar Men from The Moon
Regia di Frd C. Brannon

1953 (USA) 63 minuti B/N
PROJECT MOONBASE
Regia di Richard Talmadge

1953 (USA) 64 minuti B/N 3D
QUEI FANTASTICI PAZZI VOLANTI
Regia di Arthur Hilton

1953 (Russia) cortometraggio d’animazione
FLIGHT TO THE MOON

1954 (USA) 7 minuti Animazione/Colori
DESTINATION MAGOO
Regia di Pete Burness

1957 (Italia) 80 minuti B/N
TOTO’ NELLA LUNA
Regia di Steno

1958 (USA) 98 minuti B/N
MISSILE TO THE MOON
Regia di Richard Cuhna

1958 (Giappone) 102 minuti B/N
GENKO KAMEN – MOONBEAN MAN
Regia di Tsuneo Kobayashi

1958 (USA) 100 minuti Colori
DALLA TERRA ALLA LUNA
From The Earth To The Moon
Regia di Steno

1959 (Giappone)
INFERNO NELLA STRATOSFERA
   Uchū Daisensō
Regia di Inoshiro Honda

1960 (Messico) 90 minuti Colori
EL CONQUISTADOR DE LA LUNA
Regia di Rogelio A. Gonzales

1964 (USA) 107 minuti Tecnicolor
BASE LUNA CHIAMA TERRA
First Men In The Moon
Regia di Nathan Juran1966 (USA) 106 minuti ColoriSTAZIONE LUNA
Way Way Out
Regia di Gordon Douglas1967 (USA) 101 minuti ColoriCONTO ALLA ROVESCIA
 Countdown
Regia di Robert Altman1967 (Inghilterra)) 101 minuti ColoriQUEI FANTASTICI PAZZI VOLANTI
Those Fantastic Flyng Pilots
Regia di Don Sharp1967 (USA) 25 minuti Colori
TO THE MOON1968 (USA) 150 minuti Colori
2001 ODISSEA NELLO SPAZIO
2001 A Space Odissey
Regia di Stanley Kubrick1969 (Inghilterra) 100 minuti Colori
LUNA ZERO DUE
Moon Zero Two
Regia di R. Ward Baker

1983 (USA) 171 minuti Colori
UOMINI VERI
The Right Stuff
Regia di Philip Kaufman

1988 (Inghilterra) 126   minuti Colori
IL BARONE DI MUNCHAUSEN
Regia Terry Gillian

1988 (USA) 95 minuti Colori
IL TRAMONTO DI UN’EROE
Regia David Saperstein

1995 (USA) 134 minuti Colori
APOLLO 13 –  Id.
Regia di Ron Howard

1996 (USA  138 minuti Colori
INDIPENDENCE DAY – Id.
Regia di Roland Emmerich

1998 (USA) serie televisiva 10 puntate 60 min. cadauna
DALLA TERRA ALLA LUNA  
From the Earth to the Moon
Regia di Michael Grossman

2009 (Inghilterra) 79 min. colori DOCUFILM
MOONSHOT – L’UOMO SULLALUNA
Moonshot
Regia di  Richard Dale

2009 (Inghilterra) 97 min. colori
MOON 
ID.
Regia di Duncan Jones

2010 (GB) 88 min. colori TV Movie
THE FIRST MEN ON THE MOON 
Regia di Damon Thomas

2011 (USA/Canada) 86 min. colori
MOON 18 
Regia di Gonzalo López-Gallego

2012 (Australia) 93 min
IRON SKY
Id.
Regia di Timo Vuorensola

2012 (USA) 54 min TV Movie
NEIL ARMSTRONG: THE FIRST MAN ON THE MOON
Regia di Duncan Copp, Christopher Riley

2015 (Francia) 107 min. colori
MOONWALKERS 
Id.
Regia di Antoine Bardou-Jacquet

2016 (USA) 127 min. colori
IL DIRITTO DI CONTARE
Hidden Figures.
Regia di Theodore Melfi

2018 (USA min. colori
IL PRIMO UOMO
First Man.
Regia di Damien Chazelle

Apollo 11, Cinquantesimo anniversario ( (Cinquant'anni sulla Luna, di Marco Ambrosio)

Marco Ambrosio
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Appassionato di fantascienza da sempre, ormai con i capelli bianchi, e che segue il mondo del fantastico, nella sua totalità, anzi, ancor prima di nascere. Crescendo trovava per casa gli albi Audacia, i fumetti di Alex Raymond, Urania ed altre testate dell’epoca. Varie collaborazioni con amici di fanzine, tra cui il compianto Riccardo Valla. Due anni fa, un grande incontro: a Volandia con Vanni Mongini, altra figura molto importante.

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