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Wenn das der Führer wüsste

Wenn das der Führer wüsste

Titolo: Wenn das der Führer wüsste
autore: Otto Basil
anno di pubblicazione: 1966
edizioni: Molden, Vienna, 1966; Moewig, Rastatt, 1981; Milena, Vienna, 2011
titolo inglese: The Twilight Men
titolo spagnolo: Si el Führer lo supiera
inedito in Italia
 

Wenn das der Führer wüsste : Otto BasilIl viennese Otto Basil (1901-1983) fu poeta, drammaturgo e giornalista, ma è soprattutto con la sua attività di critico artistico e letterario e di biografo che segnò la vita culturale austriaca.

Nel 1937 fondò la rivista PLAN, dedicata all’arte moderna. Quando l’Austria fu annessa alla Germania nel 1938 PLAN venne chiusa dal nuovo regime e Basil messo sotto sorveglianza dalla Gestapo, la polizia politica.

In seguito Basil lavorò nell’industria pesante e durante la Seconda Guerra Mondiale entrò nella rete di opposizione clandestina al nazismo. Dopo la guerra Basil si dedicò alla poesia e collaborò come autore e addetto stampa al Volkstheater (Teatro del Popolo) di Vienna e riaprì PLAN.

Chiuse queste esperienze nel 1948, Basil divenne responsabile della pagina culturale del quotidiano Neues Österreich fino al 1964. Scrisse inoltre diverse biografie e studi di critica letteraria.

Il suo unico romanzo risale al 1966: Wenn das der Führer wüsste (Se solo il Führer lo sapesse). Si tratta di un romanzo che oggi si definirebbe “ucronico”, in quanto si basa su un’ipotesi storica alternativa alla realtà: la vittoria dell’Asse nella Seconda Guerra Mondiale e la conseguente sottomissione del mondo a due grandi superpotenze, Germania e Giappone.

Nel 1945, grazie a una bomba atomica tedesca sganciata su Londra, gli Alleati si arrendono. Siamo ora nel novembre 1968.

Il protagonista è Albin Totila Höllriegl, di professione “giromante” o “pendolare”, vale a dire una persona che, in una società dove la psicanalisi è bandita, cura i malanni psicologici dei suoi pazienti studiando le divinazioni astrologiche e le emissioni dei raggi cosmici e sotterranei che, secondo la mistica esoterica nazista, guidano gli umori umani.

Membro fedele, anche se non fanatico, del Partito Nazionalsocialista e ben inquadrato nel regime, Höllriegl riceve da un alto funzionario un incarico misterioso: dovrà viaggiare lungo il Reich toccando tappe ben stabilite, ogni volta incontrando personaggi indicati, assecondarli nelle loro richieste e riferire di queste esperienze alla fine del viaggio.

Nonostante i suoi dubbi, Höllriegl esegue la missione, che lo porta a una serie di incontri con personaggi bizzarri, sconcertanti, taluni fedeli al regime, altri dissidenti (incluso un ebreo scampato allo sterminio e una setta clandestina di psicanalisti).

Contemporaneamente al suo viaggio, la situazione politica è sconvolta. Il Führer Adolf Hitler muore (forse ucciso da una cospirazione) e viene sostituito a sorpresa dal gerarca Ivo Köpfler (detto l’Uomo Lupo), e la Germania entra in conflitto con l’ex-alleato nipponico, scatenando una Terza (e atomica) Guerra Mondiale.

Fra misteri, rivelazioni, vicende surreali, pericoli, intrighi di palazzo il giromante continua la sua missione… ma allo stesso tempo vede il suo mondo crollare…

Un lettore moderno, abituato a trame vorticose, ritmi scatenati, azioni martellanti, potrebbe trovare ostica la lettura di questo romanzo. Intendiamoci: colpi di scena, complotti, rivelazioni, momenti “forti” non mancano, ma l’autore fra l’uno e l’altro si prende i suoi tempi, soffermandosi soprattutto sull’analisi psicologica del protagonista, sulle sue reazioni alle vicende di cui è ora testimone, ora parte attiva.

Tutto il romanzo, del resto, segue un unico punto di vista, quello di Höllriegl. Un’introspezione psicologica che è allo stesso tempo personale e collettiva, nel senso che quello che esce è il ritratto di un “uomo comune” che è partecipe convinto, anche se non del tutto privo di senso critico, di un regime e di un’ideologia che condivide e in cui ha fiducia, al punto da assistere con distaccata accettazione alle sue manifestazioni più abbiette e spaventose.

Di Höllriegl conosciamo così anche la vita privata, le inclinazioni sessuali, le debolezze e i punti di forza caratteriali, spesso grazie anche alla tecnica dei monologhi interiori, che lentamente e per gradi ci rivelano i ricordi, i rimpianti, i successi e le amarezze che comunque costellano la sua vita nonostante la solida posizione da lui raggiunta nel regime e nella comunità.

La seconda parte del romanzo si fa più avventurosa e movimentata della prima, e sfocia in un finale al tempo stesso epico e tragico, ma l’impronta introspettiva è sempre dominante, anche in mezzo a fughe e sparatorie e diventa quella di un uomo che vede sbriciolarsi le certezze di tutta la sua vita.

Il protagonista lo vediamo comunque inserito in un contesto storico, politico e sociale ben delineato. Basil infatti si dilunga spesso nella descrizione di un ipotetico Terzo Reich dopo l’evoluzione subita in vent’anni di dominio mondiale.

Il lettore così viene ampiamente informato di come si svolge la vita pubblica e privata di questo mondo alternativo, con i suoi riti, le sue credenze, la sua propaganda martellante, la sua vita sociale, le sue gerarchie e persino i suoi progressi tecnologici (si usano armi laser, i computer hanno una grande importanza, c’è un programma spaziale).

Basil alterna comunque con sapienza intimismo, senso del grottesco o dell’orrido, ironia, espedienti romanzeschi, con toni ora visionari e barocchi, ora all’insegna di un minuzioso realismo descrittivo. Il risultato è un caleidoscopio non sempre di facile lettura, ma che rivela un talento letterario di grande e originale personalità, che finisce con l’affascinare il lettore con la sua ricchezza espressiva.

Il romanzo trabocca comunque di simbologie e riferimenti storici, mitologici e culturali. Se il parallelismo fra la rivalità Germania-Giappone e quella Usa-Urss è palese (due nazioni alleate nella Seconda Guerra Mondiale e sull’orlo della guerra atomica in seguito), molte altre allusioni alla storia, alla letteratura e persino alla filosofia potrebbero sfuggire a chi non conosce la cultura tedesca, ma per fortuna questo non intacca lo sviluppo e la comprensione della trama.

Wenn das der Führer wüsste fu pubblicato un anno dopo un grande classico della letteratura ucronica, The Man in the High Castle di Philip K.Dick, basato su una premessa simile e noto in Italia con i titoli La svastica sul sole e L’uomo nell’alto castello.

È però improbabile che Otto Basil lo conoscesse, un po’ perché il romanzo di Dick uscì in Europa con qualche anno di ritardo, un po’ perché Basil non conosceva la letteratura fantascientifica, e non sapeva nemmeno che al suo interno ci fosse un filone “ucronico” o “fanta-storico” (che in effetti era ancora poco battuto).

“Satira” fu la definizione che lui diede al suo romanzo. Così, Basil scoprì con sorpresa che il suo romanzo era considerato “fantascienza” dagli appassionati di lingua tedesca, che anzi lo salutarono fin da subito come un classico del genere.

Una curiosità al riguardo: Stanislaw Lem conosceva Philip K. Dick ma non lo ammirava molto, e in un suo articolo scrisse di considerare il romanzo di Basil molto migliore di The Man in the High Castle.

Nell’episodio del funerale di Hitler compare un lungo elenco di delegazioni straniere, fra cui il Duce della Repubblica Sociale Italiana: Italo Vinciguerra! Dietro a lui la rappresentanza del Gran Consiglio del Fascismo sotto la guida dell’eroe di guerra Italo Farinacci.”

Benché sia relativamente famoso in Austria e Germania, Wenn das der Führer wüsste è stato tradotto solo in inglese (con il titolo The Twilight Men) e spagnolo (Si el Führer lo supiera) ed è tuttora inedito in Italia.

 

Mario Luca Moretti
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Altri interessi oltre al cinema e alla letteratura SF, sono il cinema e la la letteratura tout-court, la musica e la storia. È laureato in Lingue (inglese e tedesco) e lavora presso l'aeroporto di Linate. Abita in provincia di Milano

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