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Il critico cinematografico: L’invasione dei supponenti

Il critico cinematografico: L’invasione dei supponenti

La critica cinematografica è quel genere letterario che si propone di raccontare, analizzare, spiegare e giudicare un’opera cinematografica. (Da Wikipedia)

 

Questa è la definizione classica assolutamente incompleta e falsata dalla realtà e avviso subito il lettore che, se pur in questo articolo mi riferisco al loro modo di citare, parlare e spiegare il loro giudizio su questa o quest’altra opera cinematografica, si può attagliare praticamente a qualunque genere cinematografico.

Ma esistono i generi cinematografici?

Per il critico non sempre, il che dipende dal film: uno degli esempi più lampanti ci è stato offerto da “”2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick il quale, inizialmente fu inserito nel genere drammatico, (che assieme all’ablativo latino è quel posto dove vanno a finire tutti i casi non definibili) e quindi verrà poi assegnato al genere “Fantascienza,” e per questi signori era come voler insultare questo capolavoro: per le loro limitate conoscenze, la  fantascienza era un genere per bambini a volte troppo cresciuti.

Poi, in seguito, grazie a questo e ad altri film, il termine passò ad essere egida di mentecatti e se ne andò a fregiare pellicole di un certo valore, almeno secondo le loro limitatissime capacità di comprensione in questo campo.

Si dovrebbe parlare molto a lungo su quali film possano fregiarsi di appartenere a questo genere. Io ho consultato dei libri dove molti di loro sono stati schiaffati nel genere Horror, nel drammatico ed anche nel comico. Se, per esempio, il film in questione si chiamava “Gianni e Pinotto: viaggio al pianeta Venere”, “Astronauti per forza”, o “Totò nella Luna” era naturalmente difficile pensare per questi illuminati giudici che un film poteva essere, che so, un film comico di fantascienza o, sempre che so, un “Fantahorror” come “La Notte dei Morti viventi” e non si sono mai resi conto che la fantascienza, proprio per sua natura, è come un vecchia meretrice  o un “blob” fagocitante in grado di assimilare qualunque genere.

Volete un esempio completamente fuori schema del quale sono sicuro non avete nemmeno pensato? Parliamo del film “L’uomo venuto dal Cremlino” (The Shoes of the Fisherman 1968)

Il cardinale russo Kiryl Lakota (Anthony Quinn), dopo un lungo periodo di prigionia politica del governo sovietico, viene liberato e partecipa al Conclave che si tiene per l’elezione del nuovo pontefice e, inaspettatamente, viene eletto Papa. Il suo comportamento innovatore offre il volto ad aspre critiche da parte dei conservatori e, d’altro canto, il mondo si trova sull’orlo di una grave crisi politica causato da un conflitto sempre più aspro tra la Cina e la Russia. Per prevenire la guerra e soccorrere il popolo cinese affamato e tutti coloro che soffrono, il nuovo Papa, invece di arrabattarsi in inutili frasi prive di significato pratico, frasi che sono abituali in questi contesti, lancia un discorso in una gremitissima piazza San Pietro e davanti alle telecamere di tutto il mondo.

È un discorso, purtroppo, ben più fantascientifico di qualunque viaggio oltre le più lontane stelle.

Egli fa una proposta incredibile, inammissibile, purtroppo assurda per il mondo reale e che condanna il film all’oblio da parte di coloro che tale la considerano o vogliono considerarla e che quindi non verrà mai fatta nella realtà e non occorrerebbe, anche adesso, una Cina o un Ucraina per farla… solo la volontà, l’umiltà, la carità di chi predica solo parole e non attua i buoni propositi.

Questa è l’offerta che questo Papa della fantasia, dichiara al mondo intero.

Se io parlassi con la lingua degli uomini e degli angeli, ma non avessi carità, io diverrei simile ad un qualsiasi strumento che emetta vuoti suoni. Se io avessi tanta fede da poter smuovere le montagne, ma non avessi carità, non sarei niente. Noi viviamo in tempo di crisi. Io non sono in grado di cambiare il mondo, non posso alterare ciò che la storia ha già scritto, io posso solo cambiare me stesso e cominciare, con mano malsicura, a scrivere un nuovo capitolo.

Io sono il custode delle ricchezze della Chiesa e impegnerò tutto. Tutto il patrimonio, tutti i tesori, terre, palazzi e grandi opere d’arte per il sollievo dei nostri fratelli affamati…e se per onorare questo impegno la Chiesa sarà costretta a ridursi in povertà, ebbene sia.

Non intendo ritirare questo impegno e non intendo ridurlo…E adesso prego i grandi della Terra e i piccoli della Terra di dividere la nostra abbondanza con coloro che non hanno niente…”

Il soggetto, sotto molti versi fantascientifico, se non fantasy, è ispirato al romanzo “Nei panni di Pietro” di Morris L. West ed è stato portato sullo schermo da Michael Anderson e realizzato con ampiezza di mezzi. Data la scomodità del soggetto non ha avuto molto successo, ma ci permettiamo di consigliarlo al Santo Padre come visione serale prima di addormentarsi.

Vedete, l’atteggiamento di questi critici è sempre stato impostato sulla “supponenza”, loro sanno tutto e voi, umani inferiori, non sapete nulla, loro si riempiono la bocca di Fellini, Antonioni, Ferreri, Kubrick, eccetera (anche se ci capiscono poco o nulla, non ve lo direbbero mai e si rivolgono ai loro finti amici e colleghi gli uni agli altri citando le loro frasi più elette.)

Volete un esempio di cui io stesso sono stato testimone? Eccolo qui.

Parecchi anni fa, al festival di Trieste fu tenuta una conferenza sul cinema di fantascienza alla quale parteciparono questi tromboni per una serie di interventi che durarono per tre quasi sempre noiosissimi giorni e, in tutti questi tre giorni, questi geni del cinema, ma ignoranti sulla fantascienza come delle pere, citarono solo e sempre due film in tutti i loro interventi: “2001” e “Blade Runner.” Tanto è vero che noi umili appassionati ci chiedevamo: “ma non sanno altro?

E il bello è che a ogni sproloquio sempre sugli stessi argomenti, i loro colleghi si riversavano a stringere la mano al relatore mentre scendeva dal palco come se stesse benedicendoli.

Per loro sfortuna io ero stato designato a parlare per ultimo e mi ricordo che esordii con questa frase:

“Signori, lo sapete che, a tutt’oggi, ci sono oltre seimila film di fantascienza? Voi conoscete solo questi? Complimenti per la vostra vasta cultura sulla fantascienza.”

Un paio di loro si alzarono dalle sedie con aria spocchiosa e mi guardarono come se volessero crocifiggermi in sala mensa e sorridendo loro dissi:

Peccato che ve ne andiate, avreste imparato qualcosa sul cinema di fantascienza e non solo su due film… ma capisco che per voi sia un’impresa difficile.

Ora uno di questi individui sta ancora imperversando su Ferrara, mi ricordo molto bene di lui e, direi tutti, lo ricordano ancora oggi come un individuo che se lo conosci lo eviti.

Fu il periodo nel quale i giornali parlarono di me come “critico” termine che io aborro e che lo vedo sempre e solo come “parolaio” mentre, da parte mia, mi sono sempre e solo considerato uno “storico” funzione per me vitale e che tutti questi individui dovrebbero conoscere per non sparare cavolate per totale mancanza di questo tipo di conoscenza.

Ebbene questo signore si premurò di sbandierarmi la sua tessera di “associazione dei critici” o qualcosa del genere dicendomi che, per essere definito tale, dovevi appartenere a questa associazione e io gli risposi, sempre con il mio tono gentile e suadente:

“Tu non hai capito una “gnacchera” amico mio. Sono io che non voglio essere definito in questo modo perché io non faccio dei” bla bla bla”, espongo fatti, notizie, curiosità e parlo all’interno dei film e spendo sempre due parole, almeno due, per la trama mentre molti di voi riempiono pagine demenziali senza nemmeno dire di cosa state parlando e, con questo sistema, potreste parlare di pasta e fagioli o di qualunque altra cosa, spesso non siete comunicativi ma solo criptici. Quello che voglio e farò sempre io, è solo quello di fornire dati e dichiarazioni sulla realizzazione dei film, il come, il quando e il perché. Tu. Fin dall’inizio snobbavi la fantascienza e il festival di Ferrara e solo dopo, quando hai visto il fermento che con Andrea ed Eugenio, abbiamo creato, ti ci sei infilato per fare, come sempre il parassita. Quindi fai pure le tue rimostranze a chi ti pare, non al tuo giornale, non te lo consiglio, perché quando ho chiesto di te, se eri in redazione, mi hanno risposto: “Purtroppo”.

Da allora ho fatto in modo di non averlo più tra i piedi e, forse credeva, che io fossi solo una meteora e mi fa gioia di essere ancora qui alla faccia sua.

Poi , per continuare questa bella categoria di esseri inutili, abbiamo i “criticotti rampanti o gli esperti dell’ultima ora,” i quali, in genere, partono con le loro conoscenze da “Star Wars” in poi e che hanno parlato dei film presentati ad una delle rassegne dove c’erano presenti pellicole di Jack Arnold ed altri di “film  datati“ senza rendersi conto che un film appartiene all’epoca in cui è stato girato. In quel momento era un film attuale e non si può denigrare un film dicendo in tono spregiativo che è datato. Bisogna capire perché lo è, dire che il tempo trascorso lo ha invecchiato, ma non per questo non è un film importante. Anzi, in certi casi diventa un documento storico, per le situazioni, i dialoghi, la politica del momento e anche se gli effetti speciali vi sembrano infantili.

Fatemi il piacere di studiare la crescita prima dell’avvento del computer e cercate, per favore, di conoscere meglio che potete il passato perché solo allora avrete la visione del tutto.

Sono pochi, infine, quelli che si sono occupati dei film e delle loro realizzazioni, degli effetti speciali, che hanno quindi studiato Ray Harryhausen, Jack Arnold, George Pal e tanti altri i cui film, come mi avete dimostrato più volte, neppure conoscete o, al massimo, ne avete appena sentite parlare.

Potete farlo, nessuno ve lo vieta ma non parlate male o bene di quello che non avete visto. “Il “sentito dire” non vale un’esperienza diretta quindi, o tacete, o non fate sproloqui copiando dichiarazioni che non sono le vostre perché, in questo modo, potrete dimostrate di avere un cervello che funziona e oggi, siatene certi, è merce rara.

Vanni Mongini
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Tra i maggiori specialisti mondiali di cinema SF (Science Fiction) è nato a Quartesana (Fe) il 14 luglio 1944 e fino da ragazzino si è appassionato all'argomento non perdendosi una pellicola al cinema. Innumerevoli le sue pubblicazioni. La più recente è il saggio in tre volumi “Dietro le quinte del cinema di Fantascienza, per le Edizioni Della Vigna scritta con Mario Luca Moretti.”

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