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La Fenditura

La Fenditura

1

I numeri sgorgavano dallo schermo 4D come spruzzi di una cascata; fluivano così veloci da diventare quasi eterei.
“ Quella che vedo è la fenditura?”
“ Sì, e c’è una notizia buona e una cattiva: la buona è che i nostri defunti stanno tornando; la cattiva è che non sono soli.”

(incipit di Adriano Muzzi)

La fenditura, inquadrata sul grande monitor di destra della stazione, appariva immobile e bellissima.

Le quattro bare che avevano lanciato il giorno prima attraverso di essa erano state risputate qualche miglio più in là di dove erano partite… e tornavano scortate dalle navi-cargo della polizia.

Di buono c’era che il carico non si era perso in modo irreparabile (si potevano così evitare le polemiche morali e insabbiare il fallimento del lancio), ma qualcuno aveva dovuto alzare il culo per andare a recuperarle e questo non andava assolutamente bene.

“Sono cinque anni che va avanti questo studio e adesso che passiamo dalle simulazioni ai lanci veri e propri, scopriamo che la fenditura spara la roba in giro dove non ci serve che vada!”

Algernon “il sommo boss” della CFL, aveva parlato con la sua voce profonda: i suoi 240kg adagiati sull’enorme poltrona.

Bariac pensò di essere stato fortunato perché quando era stato inviato lì come ‘pilota’ (pomposa definizione per una mansione banale: effettuare le operazioni di preparazione e lancio delle bare) esisteva già il sistema a branchie per la gravità variabile, molto meno scomodo del sistema ad aggiunta di grasso corporeo fluido che c’era ai tempi di Algernon.

Razir ascoltava in silenzio. Era un osservatore del Governo Centrale e aveva visto la fenditura per la prima volta quel giorno, quando i numeri scorrevano sul video di Bariac.

“In realtà”, disse Bariac, “le ‘spara’ in un raggio di 50km da qui, come se rimbalzassero su qualcosa”.

Algernon riprese, in tono più basso, “Ma i sistemi cosa dicono?  Le variazioni di rotta non vengono registrate?”

Bariac si dispose, con pazienza, a spiegare per l’ennesima volta le stesse cose, “La fenditura non funziona così. Non riusciamo a misurare nulla al suo interno. Quando la rotta non viene rispettata e le bare vengono ‘risputate fuori’ accade quello che abbiamo visto oggi: numeri confusi a cascata che finora non siamo riusciti a interpretare”.

Algernon si spazientì, “Dannazione! La stiamo usando solo per seppellire i morti!”.

Aveva ragione. In cinque anni di studi sulla fenditura si era capito solo che si apriva in quella porzione di spazio e in altri tre posti collocati all’altro capo dell’universo. Gli studi con le sonde parziali e le simulazioni virtuali avevano portato a supporre che inviando un oggetto con una rotta prestabilita, tale oggetto sarebbe uscito da uno degli altri tre ingressi.

Ma cinque anni di esperimenti erano stati costosi!

Il Governo Centrale non si poteva più permettere di spendere ancora soldi senza vedere risultati, così avevano pensato di risolvere due problemi in un colpo solo: cimiteri!

Ormai la Terra e le colonie erano abitate da 90 miliardi di esseri umani…e il dato era in crescita.

Si procedeva, ovviamente, sempre alla cremazione, ma dove mettere le ceneri? Erano stati realizzati depositi vastissimi sulle colonie e su ogni dannato asteroide che girovagava intorno alla Via Lattea, ma non bastavano più.

Così ecco l’idea della neo-costituita società per azioni con il 50% di partecipazione statale, la Cemetery For Life, (abbreviata in CFL): farsi pagare per mettere le ceneri in bare, lanciarle nella fenditura con una rotta prestabilita e farle uscire all’altro capo dell’universo da uno degli altri ingressi.

Questo, in teoria, avrebbe risolto il problema delle ceneri e consentito un cospicuo guadagno da impiegare per proseguire gli studi sulla fenditura.

In teoria.

In pratica c’erano stati due lanci ed in entrambi le bare erano state risputate a caso, poco distanti da dove erano entrate, da squarci improvvisi nello spazio che si erano richiusi subito.

Questo poneva ovviamente più interrogativi: come faceva la fenditura a sparare le bare fuori dalla rotta e poi richiudere l’uscita? E poi, come mai le bare non seguivano la rotta?

La conclusione era una sola: la fenditura funzionava in modo molto più complesso di quello che credevano!

Algernon si alzò e si voltò verso l’immensa vetrata da cui si poteva vedere la città in tutta la sua splendida immensità.

Parlò con tono imperioso: ”Signori, dobbiamo fare in modo che funzioni, è necessario”.

Razir, che era stato in silenzio fino a quel momento, disse lentamente “il Governo Centrale vuole risposte ed io sono qui per aiutarvi a trovarle, Algernon. Mi riferisco al nostro colloquio di ieri. Credo sia il momento di agire!”

Bariac si volse verso di lui, non capiva di cosa parlasse e stava per chiedere spiegazioni quando Algernon intervenne, con lo stesso tono imperioso di prima “Agiamo allora!” disse,

… agli occhi di Bariac tutto divenne nero.

2

Algernon sorrise compiaciuto.

Erano ormai tre mesi che la bara con il corpo in coma indotto del pilota Bariac Shin fluttuava all’interno della fenditura.

Avevano agito! Avevano messo in atto il piano di riserva: la sperimentazione umana.

Avevano dovuto farlo di nascosto; al giorno d’oggi non si poteva sperimentare direttamente su nessun organismo vivente.

Ricordava ancora il bellissimo elogio funebre mandato a tutti gli psicosocial:

Il valoroso pilota della CFL, Bariac Shin, è deceduto in un incidente mentre stava guidando a folle velocità il suo speed-drift. Gli saranno resi tutti gli onori militari per la sua grande dedizione al miglioramento delle condizioni di vita nel sistema solare con la sua attiva partecipazione al PROGETTO FENDITURA”.

“Una partecipazione ancora molto attiva”, pensò Algernon.

Avevano indotto lo stato di coma al corpo di Bariac e lo avevano messo in una bara appositamente modificata per fornire l’ossigeno e tutto il necessario per mantenerlo in vita. Elettrodi collegati alla pelle ne misuravano le variazioni di pressione, temperatura ed eventuali spostamenti di posizione dell’ordine dei centesimi di millimetro.

Particolari condotti collegati al suo cervello rilasciavano costantemente un composto a base di zetaendorfine per mantenere lo stato di coma.

La bara quindi era stata lanciata nella fenditura attaccata ad una sonda di recupero e, finalmente, avevano cominciato a capire.

Un corpo vivo era tutt’altra cosa di un cumulo di cenere! Quante scoperte in soli tre mesi!

Gli elettrodi avevano misurato variazioni tali sul corpo di Bariac da dimostrare che la fenditura era tutt’altro che inerte!

Al suo interno scorrevano correnti energetiche in grado di disturbare la rotta di qualunque oggetto lanciato attraverso di essa; alcune erano di intensità e verso costanti, altre intermittenti, ma con un ritmo misurabile, ed altre ancora funzionavano come i geyser.

Dopo tre mesi di studi erano riusciti a tracciare quello che chiamavano “il corridoio”: una rotta sinusoidale che teneva conto delle variazioni indotte dalle correnti energetiche e che consentiva un collegamento preciso con uno degli altri tre ingressi all’altro capo dell’universo.

Le prime bare con ceneri umane erano state lanciate la settimana precedente con totale successo!

Si accese un led sul monitor e una voce uscì dalla cassa collegata al sistema di controllo:

”Dove sono? Una bara? Sono immobilizzato ed ho elettrodi collegati a tutto il corpo. Cosa… vedo tutto sfocato, tutto nero…”.

Algernon si riscosse dai suoi pensieri e azzerò il volume della cassa. Il led si spense dopo tre minuti.

La voce veniva dalla bara, trasmessa dal microfono che avevano collegato al suo interno come strumento complementare di rilevazione dati e testimoniava, forse per la centesima volta in quei tre mesi, che Bariac si era svegliato.

Purtroppo gli spostamenti causati dalle correnti disturbavano il coma indotto quindi, ogni tanto, per alcuni istanti, Bariac si risvegliava… per poi subito ritornare al suo sonno.

Tra 10 anni il composto per mantenere il coma si sarebbe esaurito, le macchine per mantenere le condizioni respiratorie si sarebbero arrestate perché l’ossigeno sarebbe terminato, e Bariac si sarebbe risvegliato del tutto… solo per morire di asfissia all’interno della bara.

Un destino terribile, Algernon se ne rendeva conto, ma se avevano ottenuto quei successi era solo per merito del corpo di Bariac che, fluttuando attraverso la fenditura, li aveva guidati alla conoscenza.

Del resto Bariac era stato assunto per fare il pilota!

 

due twincipit: Stefano PetrisStefano Petris lo conosciamo proprio qui, dai Twincipit: prima come autore di un Twincipit, poi come sviluppatore di storie. Lui stesso non sa bene come classificarsi tra gli artisti della fantascienza e infatti ci scrive: “Non sono uno abituato a ricevere complimenti e non me li aspettavo davvero… anche perché spesso non valuto come importante quello che faccio dal punto di vista artistico. Attualmente sto ultimando un fumetto in stile gotico/horror (gotico moderno tipo “cose preziose” o “pet cemetery”), una graphic novel, scritta e disegnata interamente da me che vorrei pubblicare, insieme a un raccontino horror, in ebook in due lingue (italiano e inglese), sto scrivendo altri due raccontini di fantascienza e nei prossimi mesi dovrei ultimare un fumetto di fantascienza iniziato tempo fa.
Scusate se è poco!

 

 

Stefano Petris

si presenta a Cose da Altri Mondi come Autore di Twincipit e, dopo aver convinto la Giuria della sua qualità come scrittore brevissimo, è anche il primo Autore a essere presentato tra gli sviluppatori di racconti.

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