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Traiettorie

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Un bel dì, negli ambienti scientifici cominciò a circolare una voce. Prima se ne sussurrò nelle reti internet dedicate agli studiosi, poi nei simposi di astronomia. Un grosso oggetto, non classificato prima e proveniente dalle regioni più esterne del sistema solare, si stava dirigendo verso la Terra.

Se ne parlò per qualche settimana e tutti erano concordi nel dire che non c’era pericolo, perché  sarebbe passato a una distanza di almeno cinque volte di quella tra la Terra e la Luna.

Il tema fu archiviato, quindi, in un paio di settimane, ma un po’ di tempo dopo la cosa giunse a qualche giornalista in cerca di notizie e la faccenda giunse al grande pubblico. Gli “esperti” furono intervistati a profusione, una manna anche per loro, perché i gettoni di partecipazione alle trasmissioni televisive non sono poi così disprezzabili, per non parlare di una notorietà così difficile da ottenere quando si lavora in un campo molto specialistico, come può essere quello del calcolo delle traiettorie di oggetti nello spazio.

Da tutti fu chiarito che non c’era alcun pericolo, sicché quel piccolo show astronomico presto finì per diventare un siparietto, tra la ricetta di un soufflé e l’intervista a qualche star in decadenza.

Ovviamente, i complottisti, moderni discendenti dei millenaristi, non erano d’accordo e cominciarono a dire che il Potere stava insabbiando tutto per non far diffondere il panico. Parecchi ci credettero, per cui qualcuno iniziò a raccogliere provviste nella propria cantina, per sfuggire all’inverno nucleare, mentre altri iniziarono a girare, chissà perché, con l’ormai proverbiale cappelletto di carta stagnola in testa.

Tutta questa confusione, fece sprofondare la notizia ancor più nel rumore bianco del parlottio mondiale, se non che un paio di astronomi cominciarono a dissentire col resto del consesso scientifico. Per loro era sicuro che, invece, il nostro pianeta sarebbe stato colpito. Qualcuno li ascoltò e si fecero nuove osservazioni e nuovi calcoli. Ogni giorno gli astronomi pessimisti aumentavano e finì che il mondo accademico fu concorde nel decretare l’avvento del giorno del giudizio.

Stabilirono una data precisa e dissero che l’oggetto sarebbe caduto in un punto compreso tra la Siberia e l’Alaska. Ma si sa che gli asteroidi hanno il vezzo di colpire regioni sperdute, così che si pensi che non faranno poi danni ingenti, per poi invece causare estinzioni epocali. E, infatti, gli scienziati fugarono crudelmente ogni dubbio, spiegando che si trattava di un oggetto così grande da non lasciare scampo alcuno per la vita sulla Terra, in tutte le sue forme.

Ovviamente, i complottisti, non quelli di prima ma degli altri, non erano d’accordo e iniziarono a dire che si trattava di una speculazione mirata ad accumulare diverse fortune, sfruttando il panico dei mercati, che inevitabilmente ci fu. La loro voce dissonante, paradossalmente, aiutò un pochino a limitare i danni.

Ma i guasti ci furono. Chi aveva qualche soldo da parte iniziò a sperperare le sue fortune nei modi più assurdi, come piscine piene di champagne o con l’acquisto di automobili con la carrozzeria in oro massiccio. Auto che a questo punto i più ricchi praticamente regalavano, perché il loro interesse era diventato quello di salvare le loro anime e per riuscirci iniziarono a fare donazioni iperboliche.

Furono giorni di follia: fiumi di droga inondarono le strade e le vene delle persone, mentre le tangenziali si riempivano di gente che cercava un’inutile via di fuga. Molti, purtroppo, si suicidarono, perché alle volte l’attesa di un brutto evento è più insopportabile dell’evento stesso.

Il destino del pianeta, tuttavia, non sembrava essere davvero segnato. Quando l’oggetto attraversò la fascia degli asteroidi, ne colpì alcuni più piccoli che cambiarono traiettoria andando a colpire altri vicino a loro. La collisione diede l’avvio a una sorta di carambola spaziale, che finì per deviare il mostro. Questi a sua volta, dopo un po’ di tempo precipitò su Venere, perché in lui doveva esserci una certa volontà suicida.

Un evento che mandò in solluchero gli astronomi per molto tempo.

Sulla Terra, l’unica ripercussione fu che un meteorite di circa dodici chili andò a schiantarsi su un centro commerciale di Gallipoli, ma nottetempo e quindi senza far vittime. Il mondo era salvo, anche se con diverse ferite dovute al panico.

Vi abbiamo narrato questa vicenda perché, sicuramente è una bella storia, da cui forse si potrebbe trarre qualche insegnamento. Ma l’unica cosa certa è che, anche questa volta, l’umanità non imparò alcunché.

© Giorgio Sangiorgi 2020 testo e copertina.

Giorgio Sangiorgi
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Sangiorgi lavora e vive a Bologna. Dopo un esordio nel campo del fumetto, ha vinto alcuni premi letterari locali per poi diventare uno degli autori e dei saggisti della Perseo Libri Il suo libro "La foresta dei sogni perduti" ha avuto un buon successo di pubblico. Ora pubblica quasi esclusivamente in digitale e alcuni suoi racconti sono stati tradotti e pubblicati in Francia e Spagna.

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