13 – Marziani, fascisti e altri spaventi
Marziani, ancora e ne avremo per altre puntate.
Molto interessante è “Stranded-Naufraghi” (Stranded) di Marìa Lidòn Ibànez.
Il film è ambientato nel 2020 e inizia con la navicella Ares che entra in orbita attorno a Marte. Andre Vishniac comanda un equipaggio internazionale di sette astronauti.
Gli astronauti cercano di atterrare, ma la procedura di atterraggio si blocca a causa di un errore di altimetro e la capsula si schianta.
Vishniac muore subito e gli altri cinque membri dell’equipaggio sono bloccati all’interno del mezzo da sbarco rovesciato e non c’è modo di raggiungerli. L’Ares, con il suo pilota è obbligato a tornare sulla Terra.
Purtroppo, ci vorranno 26 mesi per inviare una nave di salvataggio dalla Terra, ma l’equipaggio ha risorse per meno di un anno e la necessità di trovare modi per estendere il sistema di supporto vitale.
Il problema principale è il generatore termoelettrico del riciclo dell’aria e dell’acqua che richiede un’alimentazione continua. Dal momento che il lander è danneggiato in modo irreparabile e non ha più bisogno di carburante, Sagan (il geologo della missione) propone di utilizzare quello che è rimasto e assemblare un reattore improvvisato al silicato per produrre vapori di metano e acqua dal suolo marziano.
I naufraghi cercano di costruirlo, ma i motori e i serbatoi di propellente si rivelano troppo danneggiati per poter essere utilizzati.
Allora, l’equipaggio cerca di trovare altri modi per risparmiare energia elettrica, ma anche le misure draconiane servono solo a prolungare la vita del generatore fino a quattordici mesi. La durata richiesta può essere raggiunta solamente se l’equipaggio sarà ridotto a due astronauti.
Sanchez, il nuovo comandante, decide che Sagan e Rodrigo dovrebbero abbandonare il lander, dal momento che le loro competenze specialistiche sono meno importanti per la sopravvivenza della missione.
Essi con loro tute si avviano a piedi verso il bordo della Valles Marineris, non lontana dal luogo dell’incidente. Scansioni radar recenti dall’orbiter rivelano una struttura labirintica nascosta sotto una densa nube di vapore acqueo. La struttura sembra artificiale ed è praticamente identica a un’altra nei pressi del polo sud marziano.
I tre astronauti cercano di raggiungere il fondo della valle, prima di esaurire l’ossigeno. Purtroppo, Sagan muore di asfissia, ma Sanchez e Rodrigo penetrano in una galleria artificiale vicino al fondo della valle, che contiene i corpi mummificati di umanoidi alieni.
Scoprono così, che la pressione dell’aria e il contenuto di ossigeno in alcune gallerie è proprio identica a quella sulla Terra. Rodrigo entra accidentalmente un tunnel con atmosfera tossica e muore, ma Sanchez riesce a contattare i due astronauti ancora sul lander, i quali nel frattempo hanno appena scoperto che gradualmente stanno perdendo pressione e si sono resi conto che ci deve essere una perdita d’aria da qualche parte.
Sanchez li esorta a unirsi a lei, dato che nella valle c’è abbastanza ossigeno e acqua per poter sopravvivere fino a che non arriverà la nave di salvataggio.
Il film, di origine spagnola e le scene ambientate sulla superficie di Marte sono state girate su Lanzarote, mentre le scene di interni sono stati girati nei Panavision Studios di Hollywood. Per risparmiare sui costi, hanno usato la navetta spaziale creata e precedentemente utilizzata per gli interni di Space Cowboys.
Bisogna dire che a volte la fantasia e l’arguzia italiana dà dei risultati quantomeno bizzarri se non piacevoli. È il caso di questo “Fascisti su Marte” del 2005 di Corrado Guzzanti.
Il film è girato come un cinegiornale Luce. Nato come una serie di sketch nella trasmissione televisiva Il caso Scafroglia, nel 2003, Fascisti su Marte è divenuto un cortometraggio (della durata di 45 minuti circa) che venne presentato nella sezione Nuovi Territori al Festival del Cinema di Venezia, trasformandosi successivamente in un lungometraggio, con parti inedite che si inseriscono, fin dall’inizio, fra le scene già girate: tra queste l’aggiunta di un “cartone animato di regime”, di sigle in stile Istituto Luce e di un finale in cui compare anche Caterina Guzzanti.
Il film è stato presentato nella sezione Extra della Festa del Cinema di Roma 2006 ed è stato distribuito nelle sale italiane il 27 ottobre 2006.
A Roma numerosi cartelli pubblicitari del film sono stati divelti o danneggiati, e solo un numero limitato di sale ha accettato di proiettare la pellicola.
Pensateci bene: Cosa sarebbe accaduto se al tempo del fascio fosse stato possibile far atterrare una nave di squadristi sul bolscevico (perché chiamato pianeta rosso) mondo di Marte?
Questo gruppo di arditi in fez e camicia nera avrà dei problemi…
La storia prende inizio quando un gerarca rapisce uno scienziato e lo obbliga a costruire un razzo. Il viaggio porta gli audaci sul pianeta rosso, dopo un viaggio in stato di ipodermia e sotto sale e una volta giunti a destinazione potranno respirare l’aria marziana, grazie alla incredibile invenzione di “Donna Rachele”: un macchinario opportuno allo scopo.
Qui, gli audaci se la dovranno vedere con dei sassi marziani dagli strani ma in realtà inesistenti poteri e con delle avvenenti, ma altrettanto inesistenti, aliene. Senza considerare la battaglia per la sopravvivenza e dei tentativi di spionaggio.
Le prove della loro audace impresa resteranno lassù e saranno scoperte quando una sonda della NASA scenderà sul misterioso pianeta…
Uno Steven Spielberg in temporaneo stato catatonico gira con la mano sinistra, nel 2005, un remake del classico film di Pal.
Ovviamente si intitola sempre “La Guerra dei Mondi.”
Ray Ferrier è uno scaricatore di porto divorziato e padre non certo perfetto.
Quando la sua ex moglie e il nuovo marito gli lasciano, dovendo andare a trovare i nonni, (che altri non sono che l’Ann Robinson e il Gene Barry del vecchio film).
Il figlio adolescente Robbie è un perfetto cretino presuntuoso. La giovane figlia Rachel è una bambina dolce ma anche un’isterica rompiscatole con problemi adolescenziali. Insieme sono insopportabili.
Poco tempo dopo una strana e potente tempesta di fulmini comincia a cadere verso terra. Sono in realtà gli alieni (perché marziani non sono) che secoli prima avevano seppellito nel sottosuolo della Terra le loro armi e ora sono pronti a riprendersele, probabilmente una volta giunte a maturazione, per conquistare il pianeta.
Quello che segue è la straordinaria battaglia per il futuro del genere umano attraverso gli occhi di una famiglia americana che lotta per sopravvivere in questa rivisitazione che termina poi nello stesso modo della prima.
Sempre nel 2005 esce, ma non da noi: “H.G.Wells’ The War of the Worlds” diretto da Timothy Ines.
Versione filologicamente corretta del romanzo di Wells. Vale a dire che riporta l’ambientazione in Inghilterra, nei dintorni di Londra, e la colloca temporalmente nel periodo del romanzo: fine Ottocento, con i costumi e le ambientazioni dell’epoca.
I Marziani e le astronavi si vedono poco e il tutto è più realistico e drammatico che spettacolare… anche se lascia perplessi l’uso piuttosto primordiale del computer usato non solo per le macchine marziane simili a gigantesche mantidi, ma anche per gli sfondi così volutamente finti da dare l’impressione di un risultato più che mal fatto, voluto. Comunque sia il film è rimasto senza mercato a causa della concorrenza del colosso di Spielberg.
Ma non è finita con Wells e il suo romanzo perché ora dobbiamo parlare di “War of the Worlds – L’invasione” (H.G.Wells’ War of the Worlds) altro film del 2005 con la regia di David Michael Latt.
In questa ennesima versione il dottor George Herbert è in procinto di partire per Washington con la sua famiglia, ma riceve una chiamata urgente di lavoro ed è costretto a trattenersi in paese per una notte in più.
Quella stessa notte misteriosi oggetti cadono dal cielo e da questi fuoriescono giganteschi macchinari di origine aliena,, che cominciano a seminare il panico tra i cittadini.
Sembrerebbe che questi stessi invasori siano atterrati in varie zone del globo. George Herbert tenta allora di raggiungere Washington dove, nel frattempo, si sono diretti anche la moglie e il figlio.
L’uomo incontra un soldato che ha perso i suoi compagni, poi vede il fratello morirgli tra le braccia; quindi, fa un pezzo di strada con un prete che, traumatizzato dagli avvenimenti, sente vacillare la fede e un militare che si atteggia a capo del futuro nuovo ordine sociale.
Infine, dopo essersi rifugiato in un ambulatorio medico abbandonato, inietta la rabbia a un tentacolo di marziani e finalmente arriva a Washington, ridotta in cenere dove apprende che gli invasori, contaminati dal virus della rabbia sono morti e qui ritrova la moglie e il figlio. Il film avrà un sequel tre anni dopo.
“Destination Mars” di Richard Lowry, targato 2006 è un film fatto da un appassionato innamorato delle pellicole stile “anni 50”… e si vede.
Guardate un po’: La storia comincia quando i marziani vengono a sapere che gli esseri umani hanno sviluppato un’arma chiamata “Atmos 4X Vaporizer” che è in grado di distruggere interi pianeti. Si tratta di un’arma che utilizza i raggi del Sole e che espelle un potentissimo raggio della morte.
Per questo motivo i marziani decidono di inviare sulla Terra una squadra di navi spaziali per studiare gli umani e le loro armi. Ma, appena cercano di comunicare con i militari americani vengono presi a fucilate e costretti a ritirarsi. Non prima però, di aver preso un paio di uomini: un agricoltore e un poliziotto per poter osservare e studiare meglio il loro comportamento.
I marziani ricordano di aver inviato una squadra sulla Terra molti anni prima e di essere riusciti a comunicare con un ragazzino.
Il bambino aveva inviato segnali alle navi marziane utilizzando una torcia elettrica e aveva imparato a farlo grazie al fatto che seguiva per radio il serial imperniato su Buck Rogers.
I marziani stavano comunicando con lui quando erano stati attaccati dai carri armati americani, una sorta guerra dei mondi (prima versione) nella quale, proprio come nel film, gli alieni avevano utilizzato uno schermo invisibile attorno a loro per proteggersi. Dopo una breve battaglia le navi erano ripartite e tornate su Marte.
Così, anni dopo, i marziani ricordandosi di quel ragazzino, decidono ancora una volta di comunicare con lui, poiché sembra fosse l’unico essere umano che li aveva accolti amichevolmente.
Il ragazzino in questione, Bob, ora è cresciuto e vive in periferia con la moglie. L’esercito americano riceve segnali provenienti dallo spazio e riesce a tradurli comprendendo che i marziani desiderano organizzare un incontro per parlare con Bob.
I militari vanno da Bob e viene organizzato l’incontro coi marziani. Bob si avvia sul luogo dell’appuntamento: una grande nave lo sta aspettando e due donne marziane compaiono di fronte a lui. Le due aliene gli spiegano come i marziani siano venuti sulla Terra in pace e tutto ciò che vogliono è di far presente agli americani di agire cautamente con le loro nuove armi.
Bob risponde alle due marziane che gli americani sono amichevoli e vorranno vivere in pace volentieri con i marziani; purtroppo, però i poliziotti del luogo sparano contro la nave spaziale marziana il che rappresenta una dichiarazione di guerra. Ragion per cui, molte squadriglie di navi spaziali marziane vengono inviate sulla Terra e inizia una battaglia di massa.
Presto intere città vengono distrutte. Spinto dalle perdite sempre più numerose il governo degli Stati Uniti decide di usare l’arma Atmos 4X Vaporizer per distruggere il pianeta Marte…
È del 2007 una coproduzione tra Canada e Francia giunta noi sottotitolata su Discovery Science dal 17/04/08 intitolata “2030 sbarco su Marte” (Race to Mars), una miniserie in quattro episodi girata da George Mihalka.
Si narra la storia del primo sbarco umano sul Pianeta Marte alla ricerca di forme di vita con preciso rigore scientifico. Dopo alterne vicende gli astronauti rimarranno tra l’altro contagiati da un virus.
Vanni Mongini
Tra i maggiori specialisti mondiali di cinema SF (Science Fiction) è nato a Quartesana (Fe) il 14 luglio 1944 e fino da ragazzino si è appassionato all'argomento non perdendosi una pellicola al cinema. Innumerevoli le sue pubblicazioni. La più recente è il saggio in tre volumi “Dietro le quinte del cinema di Fantascienza, per le Edizioni Della Vigna scritta con Mario Luca Moretti.”